Vai ai contenuti

Missioni Mariane dell'Anno 1990

Il Santuario > Madonna Pellegrina > Anni 1990/1999

"1990" La Regina di Pompei si reca a:
Soverato (CZ)

Da domenica 07 a giovedì 11 Gennaio 1990

La Madonna di Pompei ha visitato anche i suoi figli, tanto devoti, di Soverato, cittadina della costa jonica calabrese, nel golfo di Squillace, in provincia di Catanzaro. Molti fedeli attendevano questa visita con ansia e fede, per esprimere alla Madonna il loro amore, la loro fede e la loro preghiera.
La visita è iniziata alle 15.50 di domenica 7 gennaio ed è terminata alle 16.45 giovedì 11 gennaio con la partenza per Guardavalle.
Visita breve ma intensa di appuntamenti e impegni. I vari momenti comunitari sono stati sentiti
e partecipati sia dai ragazzi delle scuole che dagli adulti; in particolare hanno suscitato notevole interesse la Supplica alle 12 e le varie Messe.
La sera fino a mezzanotte si vegliava con preghiere, canti e silenzio di meditazione e contemplazione.
I fedeli hanno approfittato della presenza della Madonna e dei sacerdoti del Santuario per il Sacramento della Riconciliazione.
Toccante la S. Messa per gli ammalati con la S. Unzione degli Infermi ad alcuni di essi da parte dell’Arcivescovo Prelato di Pompei.
È stata notata la presenza degli uomini sia per il numero (circa 300, tra i 30 e i 50 anni in genere), ma ancor più per la qualità della partecipazione: non solo si sono accostati ai sacramenti ma hanno anche pregato in silenzio o sottovoce, hanno ascoltato con molto interesse il Sacerdote; il tutto è durato circa tre ore. Giovedì pomeriggio non si riusciva a staccarsi dalla Immagine e alcuni l’hanno accompagnata fino a Guardavalle con le macchine.
Al ritorno abbiamo sentito uno strappo al cuore, ci sembrava di aver perso qualcosa di noi, sentivamo un vuoto, ma poi subito abbiamo ricordato il pensiero lasciatoci da Don L’Arco: "… il Quadro parte ma la Madonna resta…" tra noi.
Questa presenza ci ha toccati, ha lasciato il segno; i frutti non li possiamo raccogliere subito, ma nel nostro cuore notiamo qualcosa di nuovo.
Sento il dovere e la gioia di ringraziare vivamente a nome mio personale, dei Confratelli e di tutti i fedeli il nostro Arcivescovo per l’interessamento insistente perché la Madonna di Pompei venisse a Soverato; l’Arcivescovo di Pompei, il Vicario Mons. Cuomo, Don L’Arco, Don Armando e le Suore per il dono che ci hanno fatto portando la Madonna, per l’animazione e per la celebrazione del Sacramento della Riconciliazione. È stata molto apprezzata questa animazione come pure molto preziosa è stata l’intervista di Don L’Arco a Telesoverato che, a richiesta, l’ha trasmessa a varie riprese.
Gli ammalati e tutti coloro che non hanno potuto partecipare di persona, hanno seguito il tutto attraverso Telesoverato.
(Autore: Peppino Resta)


"1990" La Regina di Pompei si reca a:
Guardavalle Marina (CZ)

11/14 Gennaio 1990

L’annuncio dell’arrivo della Madonna di Pompei a Guardavalle Marina (CZ) è stato dato dal parroco alla comunità nella festa dell’Immacolata 1989, e già quel giorno nell’animo dei fedeli sorsero due sentimenti: uno di gioia indicibile per una notizia così inaspettata, l’altro di meraviglia: la Madonna di Pompei in un paesino di duemila abitanti!
L’arrivo del quadro della Madonna ha visto l’intera comunità raccolta al momento dell’accoglienza e dell’intronizzazione in chiesa; ma la cosa più entusiasmante è stato il susseguirsi, quasi continuo nell’arco delle giornate mariane, dei fedeli della comunità di Guardavalle Marina e delle parrocchie limitrofe o più lontane.
Hanno cominciato i giovani a gremire la chiesa nella serata del giovedì 11 gennaio, quando, per il momento di preghiera, si sono ritrovati davanti al quadro della Madonna di Pompei tutti i giovani e le ragazze, in una serata che (senza enfasi) rimarrà nella memoria di chi l’ha vissuta come incancellabile. Mai la chiesa è stata riempita soltanto di giovani.
Nelle mattinate di venerdì e sabato successivi si sono alternate le scuole materna, elementare e media a pregare e ad ascoltare la parola ardente e gioviale di Don L’Arco, che è rimasto impresso negli occhi e nel cuore di tutti per il calore e per la gioia che ha trasmesso ai suoi uditori, ma anche per l’appassionato amore alla Madonna che ha saputo istillare in grandi e piccoli.
Nel pomeriggio di venerdì 12 è stata la volta degli ammalati e degli anziani. Sinceramente non pensavo che fossero così numerosi, ed invece anche loro hanno voluto dar prova del loro amore filiale alla Vergine del Rosario ed hanno ascoltato con molto raccoglimento la parola di Mons. Cuomo, che ha distribuito ad alcuni di loro l’Unzione del malati.
A sera sono state le famiglie a gremire la chiesa e ad ascoltare la parola di Dio e a pregare per la famiglia. Molti i volti nuovi, molti per la prima volta insieme con la propria moglie o il proprio marito. Qualcuno forse per curiosità ha accettato l’invito del consorte, ma, una volta in chiesa, si è lasciato coinvolgere dal momento di grazia.
Ma lo spettacolo forse più bello a vedersi c’è stato il pomeriggio di sabato 13, quando sono convenute in chiesa tutte le mamme in stato di gravidanza o con in braccio i bambini fino a tre anni. Una cosa mai vista: la chiesa piena di mamme e di bambini piccolissimi, eppure in quasi generale silenzio e calma, ad ascoltare la parola di Dio, a pregare, a ricevere la benedizione.
La sera di sabato anche gli uomini hanno risposto positivamente al richiamo della Madonna di Pompei e quasi tutti si sono riconciliati nel sacramento della Penitenza, rispondendo prima al Rosario e partecipando poi alla Messa celebrata da Don Armando Bezzeccheri.
La mattinata di domenica è iniziata col cielo chiuso e piovigginoso. Ma questo non ha impedito a numerosissime persone di partecipare alle tre messe e a salutare, dopo la Supplica recitata in una chiesa gremita all’inverosimile, la Vergine del Rosario che riprendeva il suo viaggio verso Pompei.
La testimonianza di un Sindaco
È con grande piacere che ho accolto l’invito di Don Leonardo a presenziare questo evento importante per la nostra collettività. L’arrivo nella nostra parrocchia del quadro della Madonna di Pompei a cui molti fedeli sono devoti, è certo un motivo di orgoglio per tutti noi.
Io non mi soffermo sul valore spirituale che ha per i cattolici di Guardavalle questo particolare evento; molto meglio di quanto potessi fare io lo ha già fatto il nostro parroco. Don Leonardo.
Voglio invece cogliere questa occasione per fare una brevissima riflessione sul contributo che il mondo cattolico ha dato e continua a dare per la crescita civile della nostra Società.
Mi pare sia l’occasione giusta per esprimere la mia più piena solidarietà ai parroci del Reggino che hanno subìto, nei giorni scorsi, gravi attentati da parte di quelle forze che costituiscono un freno per lo sviluppo sociale e civile della nostra terra.
Attentati che sono una minaccia per tutti coloro che si vogliono opporre all’assuefazione dei cittadini alla violenza, una minaccia per chi alla rassegnazione vuole opporre la mobilitazione delle coscienze e l’impegno civile politico ed istituzionale.
Grande è stato il contributo che le forze cattoliche hanno dato per la crescita della nostra società. La prova di questo contributo è il recente documento dei vescovi della Calabria, documento che analizza con grande rigore i mali della nostra realtà, e che richiama all’impegno sociale tutto il mondo cattolico. L’arrivo nel nostro paese di questo grande simbolo di cristianità può essere l’occasione per riflettere su quali sono i doveri di noi cattolici e dei cittadini tutti.
I doveri soprattutto di quelli che come me hanno assunto responsabilità pubbliche e di chi è impegnato nel campo sociale e politico.
Doveri di coscienza morale e di coerenza con i princìpi di fratellanza e per il bene comune. È proprio il bene comune che deve essere l’obiettivo sia dei politici che dei cattolici. È necessario che ogni azione sia guidata da una critica obiettiva verso se stessi e verso gli altri, ed è importante quindi evitare l’uso della politica del sospetto e della guerriglia nei confronti degli avversari. È sostanziale il rispetto delle persone a prescindere dalle loro convinzioni politiche e religiose.
A tutti voi l’augurio che la presenza della Madonna di Pompei porti serenità nelle vostre famiglie e nei rapporti tra tutti noi.
(Guardavalle, 11.1.1990)


"1990" La Regina di Pompei si reca a:
Cerignola (FG)

11 Febbraio 1990 – Animata dai Padri Cappuccini

La nostra parrocchia ha ricordato l’11 febbraio, il 25° anniversario della sua istituzione.
Una missione popolare animata dai Padri Cappuccini, ha ricordato tale evento, ma un segno ancor
più tangibile ha concluso la missione: la Vergine di Pompei è venuta a trovarci.
La Mamma Celeste pellegrina su questa terra va in cerca dei suoi figli dispersi! La presenza del quadro della Madonna di Pompei ci ha fatto sentire uniti nella gioia sotto il suo manto di amore e di speranza.
La comunità parrocchiale del SS. Crocifisso ha davvero vissuto un momento di forte fede e devozione, ha accolto la Mamma Celeste come dei figli cercano la mano della mamma per essere sorretti.
La mamma non abbandona mai i suoi figli e noi sentiamo ancora viva la sua presenza di Avvocata, la sua presenza di Donna che ha risposto subito "sì" al disegno salvifico di Dio.
Grazie Maria Madre di Dio, intercedi ancora per noi!

(Autore: La Comunità Parrocchiale)


"1990" La Regina di Pompei si reca a:
Gravina di Catania (CT)

18/25 Febbraio 1990 – Parrocchia: “San Paolo Apostolo” - Parroco: Don ...

La "visita" della Beata Vergine di Pompei nella Parrocchia S. Paolo Apostolo di Gravina di Catania ha richiamato migliaia di fedeli. Dal 18 al 25 Febbraio la chiesa è stata meta di pellegrinaggi vissuti con straordinaria partecipazione da tutti.
Numerosi i momenti di preghiera e gli incontri specifici con i vari gruppi (i consacrati, i giovani, le associazioni, le famiglie, gli ammalati ed anziani, le mamme e le gestanti, gli uomini).
Sorprendente la partecipazione delle scuole: oltre quattromila gli alunni delle Elementari, Medie e Superiori, che sono intervenuti negli incontri mattutini tenuti, a partire dalle ore 10,
appositamente per le scuole.
Questi momenti di preghiera sono stati molto apprezzati dai giovani studenti e gioia profonda ha suscitato il loro dono della corona del S. Rosario quale stimolo costante alla preghiera.
Il pomeriggio, invece, la chiesa si affollava di un "popolo" di fedeli estremamente eterogeneo: adulti, bambini, anziani, giovani. Ci si ritrovava tutti insieme per la recita del Rosario meditato e per la preghiera mariana, culminanti nel canto delle litanie alla Beata Vergine, che si elevava da tutti i fedeli con immenso amore annullando ogni barriera e distanza fra uomo e uomo perché tutti "figli di Maria".
Rilievo particolare hanno assunto due incontri ben precisi, quello riservato agli ammalati ed anziani, che si è concluso con la celebrazione della S. Messa e l’unzione degli infermi, e quello riservato esclusivamente agli uomini, che ha registrato una presenza veramente massiccia non solo di adulti, ma anche di giovani.
Lo scopo di questa settimana mariana è stato quello di offrire uno stimolo ulteriore alla preghiera e alla meditazione individuale ma, soprattutto, quello di far comprendere come tutti possiamo e, anzi, dobbiamo essere missionari.
Chi è il missionario se non colui che invia se stesso quale dono al prossimo, donando il suo tempo, il suo amore, la sua vita? È proprio questo ciò che Don L’Arco e Mons. Cuomo hanno sottolineato ai fedeli nei vari incontri. E molti hanno mostrato di avere accolto l’invito divenendo, a loro volta, "missionari" e portando ai piedi della Beata Vergine di Pompei tanti altri fedeli per la gioia di pregare tutti insieme e questi, a loro volta, hanno portato il messaggio ad altri. Per una settimana nella nostra chiesa si è acceso un gran fuoco che, pian piano, si è propagato in tanti piccoli fuochi…
Ciò che ci auguriamo è che questa settimana "missionaria", che per la nostra comunità è stata veramente un grande dono, giacché abbiamo riscoperto il significato più autentico della preghiera intesa come rapporto intimo fra l’uomo e Dio, faccia germogliare ed accrescere in ciascuno di noi i semi di una nuova vita volta sempre ad operare nel bene e per il bene.

(Autore: Giusy Cristaldi)


"1990" La Regina di Pompei si reca a:
Castrovillari (CS)

11/18 Marzo 1990 – Santuario: “Madonna del Castello” - Parroci: Frati Minori Conventuali

Erano anni, forse, che la Città di Castrovillari non viveva momenti di grazia e di gioia intima dello spirito. Ce ne siamo realisticamente resi conto in occasione della venuta fra noi del prodigioso Quadro della Madonna di Pompei, appositamente fatto venire dal suo Santuario Pompeiano, nel contesto delle varie iniziative celebrative per il IX Centenario del Santuario della Madonna del Castello.
Alludevamo pocanzi ai "momenti di grazia" vissuti dalla nostra buona gente. Da quando la Madonna pellegrina, infatti, è giunta, fino alla sua partenza (11/18 Marzo 1990) è stato un continuo andirivieni di fedeli che rendevano omaggio a tanta Madre fino a tarda sera,
presentandoLe ansie e dolori, gioie e speranze. E la Madonna, nell’ambito di quelle memorabili giornate, sapientemente organizzate da Mons. Baldassarre Cuomo, Mons. R. Matrone e Don L’Arco, coadiuvati da due Suore del Santuario, ha colpito nel segno, inducendo molti suoi figli (non solo "devoti") a far ritorno a Suo figlio Gesù, mediante il lavacro rigeneratore del sacramento della Riconciliazione.
Anche per esperienza diretta, possiamo affermare che i frutti di grazia elargiti da Maria sono stati tanti. Quante confessioni, quanti sospiri e propositi di vita santa, in persone che avevano odiato e offeso Dio per interi decenni! Abbiamo veramente toccato con mano la potenza materna della Vergine e, nelle lacrime furtive che sgorgavano dal volto pensoso ma sereno di molti, abbiamo scorto l’orma di grazia e del rinnovamento spirituale.
Il ritmo delle giornate erano scandite da una sapiente regia. I fedeli, specie nel pomeriggio, sono stati divisi in categorie, con opportuni interventi dei sacerdoti menzionati, cui va il nostro encomio fraterno ed ammirato per l’impegno profuso e la disponibilità nell’ascoltare le innumerevoli confessioni, unitamente a noi Frati Minori Conventuali.
Abbiamo gioito e pianto anche noi, commossi per la presenza di Maria e per tanti frutti spirituali raccolti.
Giornate del genere, auspichiamo vengano organizzate più spesso. La settimana mariana da noi vissuta ha raggiunto il livello di una vera "missione popolare".
Non si è dimenticata nessuna categoria di persone. E la Madonna ha portato il suo conforto anche ai carcerati e agli ammalati del civico Ospedale.
Abbiamo scorto soddisfazione sul volto di Mons. D. Vacchiano, che venerdì 16 marzo, ha amministrato il sacramento dell’Unzione degli infermi a molti ammalati.
Costante è stata pure la presenza del Vescovo diocesano, Mons. A. Muggione.
Di tutto ringraziamo Maria, Regina della Valle Pompeiana e il suo degnissimo "Servo" Beato Bartolo Longo.
(Autore: Nicola Coppoletta)


"1990" La Regina di Pompei si reca a:
Galatina (LE)
25 Marzo/1 Aprile 1990 – Parrocchia: “xxx” - Parroco: Don ...



"1990" La Regina di Pompei si reca a:
Priora di Sorrento (NA)

02/08 Aprile 1990 – Parrocchia: “Sant'Attanasio e Priora” - Parroco: D.Peppino Fontanella
Ancora una volta il S. Rosario di Maria ha trionfato nei suoi itinerari apostolici! Questa volta il trionfo è particolarmente significativo, perché realizzato in un piccolo centro della periferia di Sorrento: Priora.
È stato il grande zelo e la forte devozione alla Madonna dell’alacre Parroco Don Peppino Fontanella che ha fortemente voluto questa visita della Madonna di Pompei tra i suoi filiani particolarmente devoti della Madonna ed è riuscito a strappare il consenso a Mons. Domenico Vacchiano, Prelato di Pompei e l’ha fatto coincidere con i suoi 40 anni di apostolato nella Parrocchia di S. Attanasio a Priora.
E la Settimana mariana tra le amene colline della penisola sorrentina è stata tutta un trionfo ad iniziare dal suo arrivo, il giorno 2 aprile, quando a riceverla – oltre ad una marea di fedeli accorsi da tutta la penisola – facendo in ciò presagire agli accompagnatori del quadro della Madonna, Mons. Cuomo e don L’Arco, quale sarebbe stata l’accoglienza alla Vergine del SS. Rosario in quella settimana, c’erano il Sindaco di Sorrento, Cap. Alfonso Astarita ed il Vicario Generale, Don Gennaro Porzio che rappresentava S. Ecc.za Mons. Felice Cece, Arcivescovo di Sorrento-Castellammare impossibilitato a presenziare personalmente perché impegnato fuori diocesi.
Altri momenti significativi di questa settimana mariana sono stati:
1) la giornata della famiglia celebrata il giovedì con la presenza dell’Arcivescovo di Sorrento e con la partecipazione di numerosissime famiglie che celebravano vari lustri di matrimonio;
2) la giornata della sofferenza, seguita venerdì con la presenza del Prelato di Pompei che per il suo filiale affetto alla Vergine Santa non ha potuto fare a meno di venire a venerare la Madonna in una giornata così ricca di significati e commuovente, che vedeva adunati tanti sofferenti che venivano a portare ai piedi della Vergine il loro olocausto per impetrarne se non la guarigione almeno la forza per sopportare i loro dolori e concretizzavano questo loro affetto filiale con l’offerta di un grande Cero da far ardere – simbolo del loro amore e della loro consunzione – davanti al Quadro della Madonna.
Anche l’ambiente meteorologico si è adeguato e, - in una settimana di sole radioso –, questo è stato l’unico giorno grigio e piovoso e sotto la pioggia si è svolta la Processione penitenziale che, potremmo dire, si è conclusa trionfalmente la sera della domenica quando il Quadro della Madonna prima di lasciare definitivamente Priora, portandosi dietro i cuori di centinaia di suoi devoti commossi fino alle lacrime al momento del saluto, si è fermato nel cortile dell’Ospedale Civile di Sorrento per benedire e lenire tante sofferenze in esso racchiuse e chi sa se la Madonna non ha voluto ripagare questa fede, questa accoglienza con un suo miracolo! Certo è che – a distanza di 24 ore di questa visita – nella camera di rianimazione dell’ospedale ha ripreso conoscenza uscendo da uno stato di coma il giovane Domenico Cafiero, il quale da diverse settimane lottava tra la vita e la morte in seguito ad un piccolo intervento dalla cui anestesia non si era più riavuto.
Il padre, filiano di Priora aveva insistentemente chiesto al Parroco di far sostare il Quadro della Vergine del Rosario all’Ospedale prima che partisse per Pompei.
Concludendo si può senz’altro affermare che la visita del Quadro della Beata Vergine di Pompei a Priora è stata ricca di frutti, se è vero, com’è vero, che da quel giorno è aumentata la devozione alla Vergine ed in modo particolare alla recita del S. Rosario come ha potuto particolarmente constatare il Parroco che nelle sue visite alle varie famiglie le ha trovate più infervorate e spesso con la corona del Rosario tra le mani
(Autore: Giuseppe D’Esposito)


"1990" La Regina di Pompei si reca a:
Locri (RC)

22/29 Aprile 1990 – Nella Cattedrale
È stato un trionfo!...

La realtà ha superato ogni aspettativa. L’avvenimento, sin dal primo annunzio fatto da Mons. Vescovo, ha suscitato profonda emozione e grande interesse. Il comitato diocesano, composto da sacerdoti e laici, ha organizzato le varie manifestazioni della settimana tenendo conto delle indicazioni pervenute da parte dei superiori del Santuario di Pompei.
Avrebbero accompagnato il Quadro della Madonna il Vicario generale di Pompei Mons. Cuomo, il rettore del Santuario Mons. Adamo, Don L’Arco, Suor M. Marcella, Suor M. Sabina e il laico tanto devoto alla Madonna il signor Luigi.
Dobbiamo dire che la nostra diocesi ha una fortissima devozione mariana. Il riscontro obiettivo lo abbiamo avuto durante la settimana in cui il Quadro della Madonna di Pompei troneggiava nella navata centrale della Cattedrale.
Dallo svincolo della superstrada di Mammola fino a Locri fu un accorrere festoso osannante ed orante di gente di ogni età e condizione sociale per salutare la Madonna del Rosario.
Nella Cattedrale, la concelebrazione solenne dell’Eucaristia ha dato il via ad una settimana veramente intensa con iniziative che hanno aperto il cuore alla speranza ed hanno svelato il vero
volto della nostra gente, la delicatezza dell’amore filiale per Colei che aveva detto "Tutte le generazioni mi chiameranno beata". Durante la settimana, al mattino, visitavano la Madonna gli alunni delle scuole medie e superiori assieme ai loro insegnanti, gli alunni delle scuole elementari non solo a Locri ma anche dei paesi vicini: Siderno, Gioiosa, Roccella, Bovalino, Gerace, Portigliola.
Ogni incontro iniziava con un canto, poi la recita di una parte del Rosario e un quarto d’ora di catechesi; ai piccoli parlava il Vicario generale di Pompei, che sapeva adattare bene le grandi verità della fede alla mente dei piccoli ascoltatori. Nel pomeriggio si riprendeva con il Rosario meditato e poi la celebrazione eucaristica; anche in questi momenti si notò un crescendo di presenze di partecipazione alla Eucaristia.
Ogni sera gli incontri particolari: sacerdoti, religiosi, anime consacrate; poi i giovani, i gruppi ecclesiali, le coppie, anziani ed ammalati. Quasi a coronare il tutto, venerdì a tarda ora una grandiosa, solenne processione penitenziale con il Quadro della Madonna. Sabato l’incontro per soli uomini: il fiore all’occhiello della settimana. Non si erano mai visti tanti uomini in Chiesa: silenziosi, devoti; quasi tutti si sono accostati al Sacramento della riconciliazione e al Pane della vita.
Guardavo quegli uomini e gioivo, con profonda, intima emozione. Non sarà stato certamente solo il sentimento a guidare quegli uomini ai piedi della Madonna; sarà ancora una volta Lei a guidarli in un cammino di vita cristiana fervorosamente e autenticamente vissuta.
Domenica mattina, la grande partenza.
Alle ore 11 la solenne concelebrazione presieduta da Mons. Vescovo con i canti eseguiti dal Coro diocesano alla presenza di una vera moltitudine di fedeli accorsi da ogni parte della diocesi.
Mons. Vescovo nell’omelia, evidenziando i privilegi "dell’umile ed alta più che creatura" ci invitò a nutrire per la Vergine devozione filiale, profonda, degna di così grande Madre, che tutto può perché Madre di Dio, tutto vuole per noi, perché nostra Madre.
Subito dopo il furgone-cappella ripartiva per Pompei tra mille e mille applausi. È stato un momento di profonda emozione e commozione. Il saluto però non era un "addio", ma aveva tutto il sapore di un "arrivederci a Pompei". Scrivendo queste note ad un mese di distanza, posso dire che la settimana mariana ha segnato un solco profondo nell’anima dei fedeli. Se la presenza del Quadro della Madonna di Pompei a Locri, secondo il pensiero del nostro Vescovo doveva essere stimolo e preludio di un rinnovato cammino di fede e di iniziative apostoliche in diocesi, le attese non saranno deluse. Già il mese di maggio consacrato al cuore di Maria ha visto in Cattedrale e nelle altre parrocchie della diocesi tanta gente partecipare alla recita del Rosario, alla catechesi e alla Eucaristia. Speriamo nella santa perseveranza e sarà per tutti una rifioritura di vita cristiana.
(Autore: Santo Gullace)


"1990" La Regina di Pompei si reca a:
Chiaiano di Napoli (NA)

29/31 Aprile 1990 – Parrocchia: “San Giovanni Battista”

L’avevo preannunciato in tutte le famiglie come "un grande evento". La realtà ha superato ogni previsione. Le celebrazioni sono state quelle che in queste occasioni sono ormai diventate una prassi normale: incontri con i giovani, con gli uomini, con le mamme e i loro piccoli, con le gestanti e le spose giovani, con gli adolescenti, con gli anziani e con i malati.
E tutte hanno avuto la caratteristica di essere vivamente partecipate, anche per lo zelo dispiegato dai Missionari e dalle Suore, guidati dal carissimo Mons. Cuomo Vicario Generale di Pompei, che non ha messo tutti "sotto torchio".
Ma l’aspetto che ha più impressionato, è la gioia proveniente dalla riscoperta dei valori che, purtroppo nell’atmosfera che viviamo, si vanno sempre più smarrendo.
Un parallelo: ad Ain Karim Maria divenuta portatrice di Gesù visita ed abbraccia Elisabetta, Giovanni precursore di Cristo esulta nel seno della mamma e vien ricolmata dalla Grazia divina che lo santifica.
Nella Parrocchia di San Giovanni Battista in Chiaiano, appena l’immagine itinerante della Vergine
di Pompei è apparsa agli occhi delle migliaia di persone che l’attendevano con ansia, un fremito di gioia incontenibile ha pervaso tutti determinando in ciascuno il desiderio di "incontrarsi" con la Mamma più da vicino, nella certezza che solo attraverso di Lei si possono creare le condizioni per incontrare Cristo e riprendere una vita più autenticamente cristiana.
E così è stato!
Breve la sosta della Madonna di Pompei in mezzo a noi: appena due giorni! Ma quanto efficace. Più giorni passano e più ci si rende conto delle radicali trasformazioni operate dalla presenza di Maria. Certo, un resoconto reale del bene disseminato, è impossibile: sono cose note solo al Signore.
Mi viene spontanea una constatazione: la visita della Madonna di Pompei ha valorizzato il Rosario a tutti i livelli: preghiera mariana ma eminentemente cristologica; mezzo concreto per realizzare in pieno le attese di salvezza, per il mondo intero ma pure per il nostro quartiere.
Costituirà questo l’impegno solenne di tutta la Parrocchia: fedelissimi al Rosario ci faremo suoi apostoli presso i nostri fratelli, ancora bisognosi della materna sollecitudine di Maria.
Un ringraziamento particolare all’Eccellentissimo Prelato Mons. Domenico Vacchiano che ci ha concesso tale dono ed ha voluto, con la presenza, concludere queste giornate con la celebrazione dell’Eucarestia.
Un grande plauso alla Associazione di San Raffaele Arcangelo, che tra le iniziative per ricordare il primo centenario della sua fondazione, ha voluto collocare nel mese di maggio la visita della Icona itinerante della Madonna di Pompei. Con entusiasmo e generosità si è prodigata per la buona riuscita: la Madonna ha certamente gradito questo dono e lo ha dimostrato a tutti, come solo Lei sa fare
, (Autore: Gennaro Salzano)
Una testimonianza da Chiaiano
Sapevamo tutti da un po’ che sarebbe arrivato, a breve scadenza, il Quadro della Madonna di Pompei. "È solo un quadro quanto entusiasmo: mi sembra eccessivo!". Queste le parole che tra noi giovani ricorrevano frequentemente; ed io per prima la pensavo davvero: "sarà bellissimo, emozionante, ma è pur sempre un quadro!".
Arriva il fatidico giorno, tutti, e anche i giovani vanno ad accogliere il tanto atteso quadro: incredibile a dirsi, ma prima ancora a vederlo era già nell’aria qualcosa di straordinario, dopo solo pochi minuti dall’arrivo della Madonna (non è a caso l’omissione di quadro) era chiaro che quello che stavo vedendo e sentendo non era un "avvenimento" seppure particolare ma un vero e proprio "evento".
I due giorni seguenti non hanno fatto che confermare questa mia prima impressione: centinaia di persone si sono alternate continuamente davanti alla Madonna, partecipazione incredibile c’è stata ad ogni incontro, arrivo di persone ormai lontane da anni dalla nostra Parrocchia, preghiera continua, e, quello che più mi ha sconvolto, la voglia incredibile di restare davanti a Lei, guardandola, senza neanche pregare. C’era come un filo che mi teneva legata a quel banco, senza pensare necessariamente a cosa fare, cosa dire, cosa immaginare, è stato bello star lì in silenzio ad ammirarla.
E non può essere un quadro a fare questo, non può essere l’atmosfera, dal momento che mi è capitato da sola ed in compagnia, con il silenzio e la confusione, di giorno e di sera.
Non ho dubbi, la Madonna c’era, ci ha chiamati, ci ha voluti vicini, ci ha parlato, ci ha guardato e ci ha amato tanto come è solita fare da sempre. È stato quindi un "evento" fondamentale per tutti, come ogni cosa bella, quando è andata via ha lasciato un grosso vuoto.
Vuoto, secondo me, spiegabile più per quello che è avvenuto in Sua presenza (comunione maggiore fra tutti, incontri frequenti all’insegna della Preghiera) che per l’assenza della Madonna, che è infatti sempre presente tra noi a prescindere dalla presenza di questa magnifica "Icona" segno visibile di una realtà in cui noi crediamo, realtà che spesso ha bisogno di essere rinsaldata e sembra che stavolta la Madonna stessa ce l’abbia messa tutta.
(Autore: Marinella Micillo)


"1990" La Regina di Pompei si reca a:
Castel San Giovanni (PC)
13/20 Maggio 1990 – Parroco: Don Enrico, Don Giulio e Don Luigi

Come mai in una città dell’alta Italia per la prima volta arriva in missione la Madonna di Pompei?
A Castel San Giovanni - Piacenza, cittadina confinante con la Regione Lombardia, si conosce il Santuario di Pompei, la rivista che arriva è accolta e letta, il giorno 8 maggio e la 1ª domenica di ottobre si fa la Supplica del Beato Bartolo Longo.
Però una missione mariana con i sacerdoti di Pompei, non si era mai programmata. La risposta mette in rilievo il ruolo che in ogni comunità può rivestire la presenza di validi laici, come a Castel San Giovanni la presenza dei coniugi Della Marca Pasquale e Di Nardo Teresa con i due figli Umberto e Rosaria che danno risposta al suddetto interrogativo: sono essi infatti a fare la
proposta della Missione ai Parroci in solido don Enrico, don Giulio e don Luigi i quali, dopo aver sentito il Consiglio Pastorale della Parrocchia decidono di accoglierla.
Gli stessi sposi si sono anche assunto il compito di convocare per il giorno 19 maggio, verso la fine della missione, un convegno di persone sparse un po’ ovunque nel nord Italia, che vedrà una partecipazione massiccia e commossa di gente che si ritrova, quasi per un  miracolo, intorno alla Madre che avevano già conosciuta quando frequentavano gli Istituti di Pompei: per essi celebra l’Arcivescovo Vacchiano che rianima la fede, rinvigorisce la speranza e accende la carità; i cuori sono commossi, si prega con fervore, dopo aver purificato la coscienza con il Sacramento della Penitenza.
L’inizio della Missione avviene nel pomeriggio del 13 maggio quando, verso le ore 17, sulla Piazza Centrale l’Immagine di Maria arriva trasportata da apposito pullman, accompagnata da Mons. Baldassarre Cuomo, Mons. Raffaele Matrone, Don Adolfo L’Arco e da alcune Suore.
Si crea subito un clima di fede gioiosa quando si ascolta la voce calda e infervorata di Don Raffaele; la gente percepisce subito il significato della presenza della Madre di Dio e un senso di intensa commozione traspare sui volti. La grande immagine viene portata a spalla dalla Piazza della Collegiata tra il coro festoso di canti e preghiere e viene collocata in luogo solenne e ben visibile come su un trono.
Alla S. Messa don L’Arco con una Omelia vibrante, come è nel suo stile, e infuocata comunicava la grandezza dell’evento che si sarebbe compiuto nella settimana dal 13 al 20 maggio: una Missione tipica con svolgimento nuovo e con un preciso schema mariano che tocca e commuove gli animi verso le grandi verità del Vangelo.
Dei molti incontri svolti da sottolineare quello dei Cresimandi e dei Comunicandi con le rispettive famiglia: hanno riempito la Chiesa ed è stato un momento favorevole di grazia per tante facce nuove che ascoltavano con interesse e che ha disposto i cuori ad accogliere la voce suadente del Missionario che rimarcava con forza l’importanza insostituibile della famiglia nella crescita cristiana dei figli.
Indimenticabile il momento della Processione che ha portato in numerose vie della città illuminata a festa, la Madonna di Pompei e ha fatto risuonare tra la folla raccolta la Parola del Vangelo annunziata dai tre Missionari nel commento di alcuni misteri del Rosario che facevano risaltare l’immenso amore del Cristo che si dona nella Passione e Morte per la liberazione di
tutti dalla schiavitù del peccato e invita alla sequela fedele e costante; la preghiera e il canto accompagnavano il procedere lento e silenzioso della gente e si percepiva che era un momento di grazia dello Spirito.
Mons. Baldassarre Cuomo ha celebrato l’Eucarestia per i malati che sono convenuti numerosissimi nella Collegiata portando con sé le preoccupazioni della malferma salute ed elevando fiduciosamente la supplica alla Vergine Maria.
Hanno accolto l’esortazione accorata a sentirsi partecipi della Passione di Gesù come collaboratori della Redenzione del mondo. Un momento molto educativo è stato l’amministrazione del Sacramento dell’Unzione dei Malati ricevuto da un gran numero di presenti.
Sorprendente la numerosa presenza degli uomini nella sera del sabato: c’erano anche dei "Nicodemia" che hanno pregato, ascoltato la Parola e si sono accostati al Sacramento della Penitenza.
Due presenze significative hanno reso ancor più solenne la visita della Madonna: si è già accennato all’Arcivescovo della Prelatura di Pompei Mons. Vacchiano che ha celebrato per gli ex alunni degli Istituti del Santuario Mariano.
Nell’Omelia ha esortato i presenti ad accogliere la grazia dello Spirito in un momento tanto propizio come quello della visita di Maria alla Parrocchia di Castel San Giovanni. Il Cardinale Agostino Casaroli, Segretario di Stato del Papa e illustre cittadino di Castel San Giovanni e che conosce bene la Prelatura di Pompei ed è grande stimatore e devoto del Santuario, ha voluto partecipare ed esprimere il suo omaggio personale a Maria nella Chiesa ove ricevette il Battesimo e la Consacrazione al Presbiterato.
Ha celebrato l’Eucarestia festiva delle ore 18 di sabato e ha sottolineato all’omelia che l’amore e l’adesione a Cristo sono un dono del Suo Spirito e che la sequela di Lui si concretizza nell’osservarne i Comandamenti: questo diventa possibile mediante l’ascolto umile e assiduo della Parola come si è avverato in pienezza nella Vergine Santa Madre del Signore.
La domenica 20 maggio a mezzogiorno avvenne la conclusione. Se il saluto all’arrivo della sacra Immagine era avvenuto con gioiosa emozione, il saluto alla partenza ha rigato di lacrime i volti dei presenti che hanno affettuosamente abbracciato, in segno di gratitudine, i tre Missionari e le due Suore e hanno accompagnato con filiale, prolungato e commosso applauso, l’allontanamento della benedetta immagine che ha richiamato tutti all’apprezzamento della corona del rosario come metodo per meditare il Vangelo e come invito alla contemplazione nella preghiera.
(Autore: Enrico Risposi)
Prima Foto: Sua Ecc.za il Cardinale Agostino Casaroli, Segretario di Stato del Papa, nella foto con il nostro Arcivescovo, i Parroci ed i Missionari, ha voluto personalmente rendere omaggio alla Madonna A Castel San Giovanni, suo paese natio.

Prima Foto: I Missionari e le suore di Pompei s’intrattengono con i coniugi Della Marca che si sono adoperati lodevolmente per l’organizzazione della settimana mariana.


"1990" La Regina di Pompei si reca a:
Ronco di Forlì

03/10 Giugno 1990 – Parrocchia: “SS. Giovanni Battista”

È sempre grande la gioia d una Missione! La Parrocchia di SS. Giovanni Battista in Ronco di Forlì ripete spesso questa esperienza. Ha vissuto ore indimenticabili con la madonna di Fatima Pellegrina, con l’Immagine della Madonna Bambina, con la Vergine del Santo Rosario, nostra Patrona, ed ora con la meravigliosa Immagine della Madonna di Pompei.
Da anni desideravamo questa venuta e il sogno si è avverato nei giorni 3-10 giugno 1990. È stata una presenza dolce, forte, sentita. Singoli, gruppi, folla hanno fatto corona all’immagine Santa.
Abbiamo goduto di poter accogliere tra gli altri un folto gruppo di pellegrini venuti da Sansepolcro.
La Chiesa è diventata un Santuario come Pompei, Lourdes, Fatima, e quella soprannaturale, divina presenza era calamita!
Tanti rosari, preghiere, sguardi intensi e commossi sono stati regalati alla Vergine Santissima. Come Mamma tenera e buona è venuta sicuramente anche per gli assenti, i lontani.
La sua venuta e presenza ha lasciato un senso profondo di fede, di nostalgia, di amore verso la Madonna e il suo divin Figlio Gesù.
Indimenticabile la sua uscita per le vie del Ronco quasi a ricambiare le visite dei figli, a camminare per le loro stesse strade, vicino alle loro case. La Missione era stata preparata dai laici con cenacoli spontanei nelle varie contrade della parrocchia attorno ad una Sacra Immagine del Rosario di Pompei e continuano in segno di amoroso ringraziamento. È nostro proposito recarci in pellegrinaggio a Pompei per ringraziare la Madonna e i Missionari – Sacerdoti e Suore – che l’hanno accompagnata dando esempio di tanta fede, gioia, generosità. Un vivo ringraziamento anche all’opera fervorosa dei membri della "Legio Mariae" che hanno visitato le famiglie con zelo e spirito di servizio.
Tra le iniziative di carità sgorgate dalla Missione è da sottolineare l’offerta per scavare tre pozzi in una regione africana.
(Autore: Pierluigi Boscherini)

Foto: Mons. Baldassarre Cuomo animatore della nostra missione mariana a Ronco di Firlì.


"1990" La Regina di Pompei si reca a:
Molfetta (Bari)

07/14 Ottobre 1990 – Chiesa: “San Domenico” - Parroco: Don Franco
La testimonianza di un vescovo: Tonino Bello

È una scheggia del Vangelo di Luca: "Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta". Mi sono attardato a ricercare spiegazioni negli innumerevoli commenti degli esegeti, i quali hanno girato e rigirato tutte le parole che si riferiscono a Maria, ma non ho trovato gran che su quel saluto di lei.
"Salutò". Sembra una parola sfuggita alle attenzioni analitiche degli esperti. E chi sa che non ci sia in tutto questo un fatto provvidenziale, perché non fossero gli esperti, ma coloro che di quel saluto "hanno fatto esperienza", a dirne i contenuti e a raccontarne la tenerezza.
Ebbene noi, nella nostra Chiesa di Molfetta, dal 7 ottobre, quando l’Immagine della Madonna di
Pompei è entrata nella nostra casa, fino al 14 successivo, per una intera settimana non abbiamo fatto altro che "sperimentare" la gioia di quel saluto.
Penso proprio che sia superfluo catalogare le sequenze che hanno caratterizzato quei giorni: ritiro spirituale dei sacerdoti della diocesi accanto a lei, adunanze di religiose e di studenti, incontri di coppie e di giovani, conferenze per associazioni e per confraternite, celebrazioni per infermi e per bambini… è stato un susseguirsi di "udienze", concesse apparentemente nella casa del Signore, ma che invece si sono tenute nella casa di ognuno. Perché, in effetti, è stata lei che, si è mossa per andare nei domicili privati di tante anime. È stata lei a raggiungere la dimora dei singoli, come un tempo raggiunse la dimora di Zaccaria, e ha bussato e ha atteso risposta, e una volta dischiusa la porta, è entrata in casa e "ha salutato".
Ecco, io penso che la dolcezza di quel saluto bisogna farsela raccontare da tutti coloro che in quei giorni si sono accostati al sacramento del perdono o da chi quotidianamente ha mormorato nel tempio gremito di gente le implorazioni della Supplica, o da chi ogni sera ha potuto sperimentare quanto sia vero che il Rosario benedetto di Maria è una catena dolce che ci rannoda a Dio.
Forse la gioia provocata da quel saluto la possono descrivere coloro che la sera dell’ingresso si sono addensati nella grande piazza di Sant’Achille, o che hanno fatto ala festosa al suo passaggio nel suo recarsi verso la Chiesa di San Domenico, o che hanno vegliato con lei in Cattedrale nella notte del sabato, o che le hanno coralmente restituito il saluto, l’ultimo giorno della sua permanenza a Molfetta, durante la celebrazione eucaristica solenne.
Forse dell’urto benefico di quel saluto possono raccontare qualche riverberi sacerdoti che, in quei giorni, sono stati testimoni di tanti ritorni. Possono raccontare Mons. Baldassarre Cuomo e don Adolfo L’Arco, che con la parola e con i sacramenti hanno regolato le "udienze". Possono raccontare Suor Maria Marcella e Suor Maria Gloria che vegliando accanto all’immagine di Maria hanno potuto cogliere chi sa quante espressioni di speranza sul volto della gente.
Può raccontare S. Ecc.za Mons. Domenico Vacchiano che, sia pure per un giorno, ha potuto vedere che l’immagine di Maria era in buone mani.
Può raccontare don Franco, il parroco di San Domenico, che non poteva dare senso più compiuto alla celebrazione del suo 25° se non favorendo questo irrompere di luce mariana nelle pieghe segrete di tantissime anime.
E se nella casa di Zaccaria il frutto di quel saluto fu l’esultanza, io vescovo di questa Chiesa locale, voglio augurarmi che ogni qualvolta le nostre comunità sperimenteranno il deperimento del coraggio, il ricordo di quel saluto provochi ancora in tutti un sorpasso di gioia.
(Autore: Don Tonino Bello)
Foto: Sua Eccellenza Mons. Domenico Vacchiano celebra l'Unzione degli ammalati durante la settimana mariana di Molfetta.


"1990" La Regina di Pompei si reca a:
Taranto

21/28 Ottobre 1990 – Parrocchia: “San Vito” - Parroco: Don Cataldo

Un grazie particolare a S. Ecc.za Mons. Domenico Vacchiano, Prelato di Pompei, che l’amore alla Madonna l’ha portato in questa parrocchia di San Vito (TA) per celebrare la S. Messa degli anziani e degli ammalati, amministrando loro anche il Sacramento degli infermi.
La leggera pioggia, venuta giù al momento dell’accoglienza del quadro della Madonna, che ha suscitato subito viva emozione e lacrime di gioia, con la partecipazione di Sua Eccellenza Mons. Benigno Luigi Papa, Arcivescovo di Taranto, del delegato Sindaco Dr. Giovanni La Gioia, nonché di un gruppo di giovani della scuola Sottufficiali della Marina Militare, è stata come preludio e segno di quella pioggia spirituale benignamente scesa in tante anime dal cuore di Gesù e di Maria.
"Sta’ un po’ con noi" fu la preghiera di un bimbo, e "riposati".
Non ti sei riposata affatto, o Madre di Dio e Madre nostra, ma hai intensamente lavorato, rinnovando tanti cuori, toccati dalla Grazia, mediante i Sacramenti della Riconciliazione e della Eucarestia.
Hai asciugato tante lacrime, o Vergine SS. Del S. Rosario di Pompei, donando perdono e gioia interiore.
Hai manifestati il tuo materno sorriso, benedicendoli, a quei bimbi, accolti tra le tue braccia e nel tuo cuore, come il "bambino Gesù che vediamo sulle tue ginocchia".
Hai dato serenità e speranza ai cuori stanchi per l’età e le sofferenze delle loro membra, nonostante le miserie con cui "… torniamo a crocifiggere in cuor nostro Gesù, e … nuovamente il tuo cuore". E pur "meritevoli dei più aspri castighi", Tu, o Madre, che "sei l’onnipotente per grazia", hai effuso su di noi i "tesori" che Gesù ha riposto nelle tue mani.
La tua benedizione, discesa su di noi, sulla nostra comunità e su quanti, venuti in pellegrinaggio dalla comunità diocesana, ha sigillato il nostro impegno a promuovere più assiduamente "la devozione al S. Rosario, Catena dolce, vincolo d’amore, torre di salvezza, porto sicuro", affinché sia per tutti "conforto nell’ora di agonia e l’ultimo bacio della vita che si spegne", nel momento in cui le labbra pronunceranno "il nome tuo soave, o Regina del Rosario di Pompei, o Madre nostra cara, o Rifugio dei peccatori, o Sovrana consolatrice dei mesti".
Dopo l’incontro con gli uomini, uno di loro mi ha detto: "idea più bella non potevi avere, don Cataldo!". Certo, dono più bello ripeto ancora, non poteva fare alla mia comunità la Madonna, la quale "va dove vuole, quando vuole, con chi vuole".
Era una evidente volontà della Vergine SS. Del S. Rosario di Pompei di venire come Missionaria in un quartiere periferico, come il nostro, distaccato dalla città.
Credo, quindi, che l’accoglienza, la processione penitenziale, la incontenibile folla nel giorno della partenza, come pure i numerosi pellegrini giunti dalle parrocchie della Vicaria e dal Capoluogo, ne siano stati segno e testimonianza di quanto suddetto.
Ritengo, infine, che questa missione della Vergine sia stata per tutti, per me certamente, e soprattutto per tante anime semplici, un bel corso di esercizi spirituali della Madonna ai suoi figli, per far riscoprire la preghiera, il Rosario, Gesù.
(Autore: Cataldo Vergine)
Foto: La parrocchia di San Vito ha ospitato la missione mariana di Taranto.



"1990" La Regina di Pompei si reca a:
S. Antimo (NA)

04/11 Novembre 1990 – Parrocchia: “SS.ma Annunziata”

Il 4 novembre 1990, la Comunità parrocchiale della SS. Annunziata di Sant’Antimo (NA) celebrava il cinquantesimo anniversario della fondazione della sua chiesa (4 novembre 1490).
Per celebrare degnamente l’avvenimento pensammo subito di organizzare una settimana mariana con
la presenza dell’immagine della Vergine del Rosario di Pompei.
Il nostro desiderio veniva accolto dai Responsabili del Santuario.
Domenica 4 novembre, il venerato quadro della Vergine era nostro ospite.
Tutti, missionari e fedeli, con umiltà e sacrificio, intelligenza e volontà per il buon esito della Settimana mariana. Sono trascorsi alcuni mesi da quando la venerata Effige è venuta in mezzo a noi.
Da quel giorno, possiamo dirlo, la Madonna ha occupato uno spazio più ampio nella nostra mente e nel nostro cuore: scompare l’indifferenza; nasce il desiderio della conversione; si sente l’urgenza di dire agli altri con le parole di Giovanni: "Ciò che abbiamo veduto e sentito, lo portiamo a voi".
Comincia così l’andare "frettoloso" della gente dalla Mamma.
La si chiama "Madre di misericordia" ed è così. Il suo è un invito pressante ad incontrare la misericordia di Dio, il suo Figlio Gesù.
La gioia rientra nei cuori, nelle famiglie e nelle case.
Si sperimenta il Rosario come "catena dolce" che riannoda i vincoli di amore con il <padre e i fratelli. La Supplica del mezzogiorno si fa preghiera incessante: "Non ci staccheremo da te finché non ci avrai benedetto", e diventa un impegno per la Famiglia parrocchiale.
Ogni primo sabato del mese, infatti, ci raduniamo ai Suoi piedi per invocarla "Vita, dolcezza e speranza nostra", ma soprattutto per ascoltarle: "Fate tutto quello che Egli vi dirà".

(Autore: Domenico Petrone)

Foto: Sant’Antimo (NA). Il quadro della Vergine fa il suo ingresso nella parrocchia della SS.ma Annunziata. La missione mariana è stata inserita nel programma per le celebrazioni del cinquecentesimo anniversario della fondazione della Chiesa.


"1990" La Regina di Pompei si reca a:
Zagarolo (Roma)

18/11 Novembre 1990 – Parrocchia: “xxx” - Parroco: Don ...



"1990" La Regina di Pompei si reca a:
Messina

23/28 Novembre 1990 – Chiesa Parrocchiale: “San Domenico” - Parroco: Padre Elia Monteleone

Le testimonianze della devozione dei messinesi alla Vergine Madre di Dio hanno radici profonde e lontane. È, infatti, nell’ambito di questo filiale rapporto fra i Messinesi e Maria che i Frati Predicatori fin dal secolo XIII si sono prodigati a rafforzare sempre di più il culto mariano in Messina, specialmente con la diffusione della devozione al S. Rosario.
In questa prospettiva dev’essere inquadrato l’avvenimento di qualche mese fa che ha ridestato nei
messinesi l’entusiasmo per il Rosario a Maria: la visita che la Madonna di Pompei, con il suo Quadro, ha voluto fare a Messina.
I mass media locali hanno pubblicizzato l’avvenimento, ed in modo particolare la "Gazzetta del Sud", quotidiano messinese che si estende anche ad alcune Province limitrofe ed a tutta la Calabria, fin dalla prima settimana di novembre cominciò a preparare gli animi dei lettori, mentre alcune emittenti televisive locali, la Radiotelevisione Peloritana (RTP) e la Teletirrenia di Milazzo mandarono in onda alcuni servizi inerenti all’avvenimento.
Le stazioni televisive trasmisero l’arrivo del S. Quadro al Viale Giostra, angolo di Via Libertà, con la relativa processione fino alla chiesa parrocchiale di San Domenico dove l’Arcivescovo Mons. Ignazio Cannavò, il Sindaco di Messina, Dott. Mario Bonsignore ed il P. Provinciale dei Frati Predicatori di Sicilia e Calabria, P. Elio Monteleone posero il "benvenuto" alla Madonna.
Successivamente la Teletirrenia trasmise alcune interviste fatte al P. Priore del Convento Maria Ss. ma del Rosario di Messina. P. Francesco Giofré, ed a Mons. Baldassarre Cuomo, responsabile pompeiano della missione. Gli argomenti di riflessione, adattati alle diverse categorie di persone che, giorno per giorno gremivano letteralmente la chiesa, trovarono un punto base nella pastorale rosariana.
La vita di famiglia, impostata sulla meditazione dei "misteri del Gaudio", diede la possibilità a ciascuno di trarre pratici argomenti in sintonia con la Famiglia di Nazareth, anch’essa esperta nella sofferenza, Nell’ambito di questi misteri familiari avvenne l’affidamento dei bambini, dagli anni zero ai cinque, che le mamme fecero a Maria, la più tenera delle Madri.
Gli ammalati furono privilegiati nella meditazione della seconda parte del S. Rosario; il 23 novembre, giorno consacrato alla sofferenza, Mons. Giuseppe Scarcella, Vicario generale della nostra Arcidiocesi impartiva, durante la Celebrazione eucaristica, il sacramento della Unzione degli Infermi a molti fedeli, provati dalla sofferenza.
Nella Processione penitenziale che seguì la S. Messa, la Vergine Santa si recò a portare conforto alle "membra doloranti del corpo Mistico", obbligate a rimanere in casa: anche per essa Maria è stata una fonte di consolazione e conforto.
La Celeste Missionaria ha lavorato in profondità nelle anime dei nostri fedeli: la gioia della Gloria del S. Rosario è stata diffusa nelle anime dei nostri fedeli penitenti, nelle quali Cristo è risorto attraverso il ripristino della grazia, effondendovi i Doni dello Spirito Santo, perché, disposte alla pratica delle virtù cristiane, potessero ascendere sempre più in alto legati dalla "dolce Catena che ci rannoda a Dio".
(Autore: Antonino Di Stefano)
Foto: La settimana mariana si è svolta nella Chiesa parrocchiale di San Domenico, retta dai frati domenicani.


"1990" La Regina di Pompei si reca a:
Sessa Aurunca (CE)

02/09 Dicembre 1990 – Parrocchia: “Sant'Eustachio” - Parroco: Don ...

C’è in Sessa Aurunca (CE), una bellissima Chiesa dedicata al Mistero dell’Annunciazione, che è sede della Comunità parrocchiale di S. Eustachio.
Costruita a spese dei sessani conciari di pelle, fu inaugurata nell’anno 1489.
L’8 dicembre 1989 vi si è celebrato un anno giubilare che si è concluso l’8 dicembre 1990. L’apertura è
stata solennizzata dalla Dedicazione della Chiesa stessa, dalla consacrazione del nuovo Altare, dalla Benedizione dell’Ambone e Battistero e dalla presentazione dei restauri effettuati dopo il terremoto.
La celebrazione del Giubilo si è svolta con una serie di iniziative tendenti al rinnovamento della vita spirituale dei fedeli e si è conclusa con una Missione Mariana organizzata dal Santuario di Pompei.
Dal 2 dicembre 1990, fino al giorno 9 è stato un continuo rincorrersi della Madre e dei figli.
In una Chiesa dedicata all’Annunziata, ogni fedele ha ricevuto l’invito a dire "sì" a Dio dalla parola dei Missionari, dal ministero dei Confessori sempre pronti e dai numerosi momenti procurati dal vasto e intenso programma, da tutti seguito e partecipato, della settimana.
Maria ha portato la pace nel cuore di tutti, la serenità nelle famiglie, nel cuore degli anziani e dei sofferenti, la gioia ai giovani, l’impegno nella vita degli uomini, l’entusiasmo ai bambini e ragazzi, il perdono a quei figli bisognosi di riprendere il cammino della fede e della Chiesa con rinnovato slancio e fervore.
Sua Ecc.za Mons. Raffaele Nogaro, che ha legato il suo Ministero alla Chiesa dell’Annunziata di cui ha celebrato nel 1989 la dedicazione e consacrato l’Altare, ha riservato a questa solenne Missione le ultime celebrazioni, come Vescovo di Sessa Aurunca, prima di partire come Pastore della Chiesa di Caserta di cui ha preso possesso proprio la domenica successiva alla conclusione della Missione e dell’Anno Giubilare.

(Autore: Mario Sullo)
Foto: Sessa Aurunca. Don Adolfo L’Arco, salesiano, che generosamente collabora alle settimane mariane pompeiane, durante una celebrazione nella Chiesa parrocchiale di Sant’Eustachio.


"1990" La Regina di Pompei si reca a:
Santa Maria la Carità (NA)

Dicembre 1990 – Parroco: Don Carmine del Gaudio

Migliore completamento per la solennità del S. Natale, la nostra Comunità di S. Maria la Carità non poteva desiderare!
La Vergine è venuta in mezzo a noi per rinnovare il mistero della Grotta di Betlem dove, con cuore aperto, donò ai Pastori e ai Magi, gente semplice come noi, il Figlio Suo. Solo che stavolta è stato esattamente l’inverso: è stato Gesù che ci ha presentato Maria e l’ha lasciata a noi in dono e custodia
come fece la prima volta dall’alto della Croce.
I Sammaritani hanno risposto a questo messaggio del Cristo per una settimana intera, stringendosi attorno a Maria che, prendendoci per mano, ci ha fatto incontrare con l’Amore.
Questo Amore abbiamo respirato: in nome di questo Amore abbiamo pregato, abbiamo ascoltato, ci siamo riconciliati; per questo Amore anche noi come Maria abbiamo imparato che o la nostra vita diventa dono per gli altri oppure non è vita.
Il messaggio-testimonianza di Maria ci ha spinti in questa direzione a prendere coscienza del nostro essere cristiani ed è diventato per noi un programma di cui il nostro cammino futuro non potrà fare a meno; ogni scelta pastorale dovrà tenerne conto se vogliamo che i semi di questi giorni diano i loro frutti.
Essere devoti di Maria significa capacità di mettersi alla scuola di questa Madre a cui la nostra fede ci fa sempre più spesso ricorrere ma che ha a cuore il nostro bene spirituale, innanzitutto e sopra tutto.
Alla Sua scuola si "impara" Cristo, la sua vita, il suo stile; alla Sua scuola si affina la capacità di scegliere ogni giorno il "sì" al Padre come risposta gioiosa e piena di amore. I nostri sentimenti sono preghiera, ringraziamento, proposito.
E il senso della nostalgia che Maria con la Sua Visita ha lasciato dentro ciascuno di noi, suonerà sempre più dolce richiamo alla coerenza: e quelle corde del nostro cuore "naturalmente mariano" che Maria ha pizzicato, noi ci auguriamo continuino a fare vibrare la nostra fede ed il nostro amore.
(Autore: Carmine Del Gaudio)
Foto: I fedeli di Santa Maria La Carità con il loro parroco don Carmine Del Gaudio, il Vescovo diocesano Mons. Felice Cece e il sindaco accolgono con entusiasmo il quadro della Vergine del Rosario di Pompei.


Torna ai contenuti