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*1967 Fidenza (Parma)
(Suore Domenicane -
L’’Istituto porta il nome del Vescovo Mons. Mario Vianello, che era tanto caro al donatore della casa, a cui era annessa la Scuola Materna "Madonna del Rosario". A seguito di vari ampliamenti, è diventata un’imponente struttura, sede anche di Scuola Media.
Le nostre "Suore Domenicane di Pompei" presenti a Fidenza da più di quarant’anni.
Le Suore domenicane di Pompei sono conosciute come le Suore del “Vianello”, nome scaturito dall’attività educativa che svolgono nella Scuola dell’Infanzia e nella Scuola Secondaria di I° Grado “Mons. Vianello”.
Le prime tre Suore giunsero a Fidenza il 16 settembre 1967 con la missione di educatrici dell’infanzia. Erano un dono di Mons. Gino Davighi, Amministratore delle Opere del Santuario di Pompei, alla sua città di Fidenza, egli sognava di offrire alla città distrutta dalla guerra un complesso educativo per i bambini e i ragazzi poveri. Scelse come sede dell’Opera la zona di Fidenza allora più povera, la zona periferica chiamata Corea.
Il sogno di Mons. Davighi si realizzò e affidò l’Opera alle Suore Domenicane di Pompei, esperte nell’attività educativa, le quali costruirono con grandi sacrifici la Scuola Materna, cui si aggiunse nell’84 la Scuola Media.
In poco più di qurant’anni, bambini e ragazzi educati alla Vianello si contano a migliaia e le Suore godono in tutta la città di stima, simpatia, affetto e riconoscenza per il loro lavoro educativo.
Attualmente la comunità religiosa è composta da 5 suore e da due novizie indonesiane.
Tutte le suore collaborano pastoralmente con la Parrocchia e partecipano a tutte le attività religiose e culturali del territorio.
*Responsabile della Comunità di FidenzaMadre Imelda Delos Reyes
Comunità della Casa di Fidenza
Attualmente le Suore appartenenti alla comunità sono:
A)
Suor Maria Aurora Zorino (Italiana)
E)
Suor Maria Elena Daton (Indonesiana)
G)
Suor Maria Giovanna R. Apalisoc (Filippina)
L)
Suor Maria Leonida (Filippina)
P)
Suor Maria Paola Parlato (Italiana)
S)
Suor Maria Serafina Nggoe (Indonesiana)
Le "nostre" Suore Domenicane di Pompei
Presenti a Fidenza da quarant’anni
Le Suore domenicane di Pompei sono conosciute come le Suore del "Vianello", nome scaturito dall’attività educativa che svolgono nella Scuola dell’Infanzia e nella Scuola Secondaria di I° Grado "Mons. Vianello".
Le prime tre Suore giunsero a Fidenza il 16 settembre 1967 con la missione di educatrici dell’infanzia.
Erano un dono di Mons. Gino Davighi, Amministratore delle Opere del Santuario di Pompei, alla sua città di Fidenza, egli sognava di offrire alla città distrutta dalla guerra un complesso educativo per i bambini e i ragazzi poveri.
Scelse come sede dell’Opera la zona di Fidenza allora più povera, la zona periferica chiamata Corea.
Il sogno di Mons. Davighi si realizzò e affidò l’Opera alle Suore Domenicane di Pompei, esperte nell’attività educativa, le quali costruirono con grandi sacrifici la Scuola Materna,, cui si aggiunse nell’84 la Scuola Media.
In quarant’anni, bambini e ragazzi educati alla Vianello si contano a migliaia e le Suore godono in tutta la città di stima, simpatia, affetto e riconoscenza per il loro lavoro educativo.
Attualmente la comunità religiosa è composta da 5 suore e da due novizie indonesiane. Tutte le suore collaborano pastoralmente con la Parrocchia e partecipano a tutte le attività religiose e culturali del territorio
Invito
La Superiora e la Comunità delle Suore "Figlie del S. Rosario di Pompei" (Via Pincolini, 3 -
della loro presenza educativa a Fidenza e ti invitano:
Martedì 29 Aprile 2008 -
● Proiezione di fotografie dei 40 anni di attività a Fidenza
Giovedì 8 Maggio 2008 -
● Momento conviviale nel parco dell'Istituto
"Per l'educazione dei ragazzi io seguo la voce del cuore ... Il mio maestro è Cristo!"
(Bartolo Longo)
Questa regione, abitata fin dall'antichità, ottenne una vera e propria organizzazione politica verso la fine del VI secolo, con l'espansione etrusca sulle rive del Po.
Importantissima per i suoi porti (Spina, Adria, Ravenna e Rimini), la regione vide fiorire molti centri urbani commerciali lungo la linea della Via Emilia, come Cesena, Modena, Parma, Piacenza e, sulle colline dell'alto corso del Reno, Misa (oggi Marzabotto). All'inizio del IV sec. a.C., l'invasione celtica minò la prosperità della regione, e nel III sec. a.C., i Romani la acquisirono e la ordinarono in provincia insieme alla Liguria. In questo nuovo ordinamento, la regione ebbe un incredibile sviluppo; divenuta punto centrale dell'Italia di allora, fu anche teatro di grandi scontri militari: il passaggio del Rubicone da parte di Cesare, la guerra di Modena, la stipulazione del secondo triumvirato. Augusto ne fece la sua VIII regione, col nome appunto di Emilia, con i suoi importanti centri urbani come Forum Livii (Forlì), Forum Cornelii (Imola), Faventia (Faenza), bonomia (Bologna), Mutina (Modena), Regium (Reggio), Parma, etc... Nel V sec. d.C., Onorio trasportò la capitale a Ravenna (402), e la parte orientale dell'Emilia, che prese poi il nome di Romania (Romagna), divenne il centro politico dell'Impero d'Occidente, ormai giunto al suo declino. Ravenna fu anche capitale dei Goti, sede dell'esarcato Bizantino. Con l'invasione longobarda (568), la regione fu divisa in due; da una parte Modena, Parma, Piacenza e Reggio, ducati longobardi, e dall'altra, da Ravenna a Bologna, città bizantine.
Con i re carolingi (754-Romagna nel 1501; morto papa Alessandro VI (1503), però le mire veneziane sulla Romagna furono neutralizzate dai papi successivi. Durante le guerre del XVI sec. la valle del Po fu il punto nevralgico della politica italiana, divisa com'era tra Stato pontificio, Impero e signorie Estensi. Durante i conflitti europei dei secc. XVII e XVIII, i vari Stati subirono diverse invasioni, e nel 1731, dopo l'estinzione della famiglia Farnese (subentrata a quella Estense), a Parma e Piacenza subentrarono i Borboni. Nel 1797, dopo la pace di Campoformio, l'Emilia (salvo Parma lasciata ai Borboni) e la Romagna entrarono nella Repubblica Cisalpina, che nel 1802 diventò Repubblica Italiana, fino al 1805, quando Parma e Piacenza furono annesse alla Francia e il resto entrò nel Regno Italico.
Il congresso di Vienna restaurò gli equilibri di potere e il dominio temporale della Chiesa, e la partecipazione degli emiliani ai moti risorgimentali fu estremamente intensa, attraverso congiure e operazioni militari. Fallito il tentativo di unirsi al Piemonte nel 1848, la fusione tra Emilia-