Personalità Illustri di SMCV
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Nel Casale di Capua, in quel tempo denominato Villa S. Maria Maggiore, ultimo di numerosissima prole (da 18 a 21 figli) Alessio Simmaco nacque il 21 ottobre 1684, da Lorenzo, farmacista, e da Margherita Battaglia che purtroppo si spense pochi giorni dopo averlo dato alla luce. Il cognome originale, come risulta dai documenti parrocchiali, era Mazzuoccolo; ingentilito e trasformato in Mazzocchi, successivamente.
Compì i suoi primi studi aiutato dal padre e dai fratelli maggiori e nel 1697, appena dodicenne, entrò nel seminario arcivescovile di Capua dove restò circa tre anni.
Conosciute le sue innate doti e straordinarie capacità, dai suoi superiori venne trasferito al seminario di Napoli, e in questo nuovo ambiente apprese, con notevole facilità, le lingue latina, greca, ebraica, e formò la sua straordinaria conoscenza in campo teologico.
Pertanto gli fu affidata la cattedra di Teologia e Sacre scritture all’Università di Napoli. Fu, inoltre, autore di importanti studi filologici, archeologici e storici. Trascorse la vita dedicandosi esclusivamente agli studi, tanto da rinunciare alla carica vescovile e a quella
Cardinalizia. Fu conosciuto ed apprezzato dai maggiori esponenti della cultura italiana ed europea, e nominato membro di prestigiose accademie. Fra le sue importanti opere, tutte scritte in latino, si ricorda quella in cui descrive l’Anfiteatro Campano e per la prima volta la storia dell’antica Capua: “In mutilum Campani Amphitheatri titulum, alias nonnullas Campanas inscriptiones, Commentarius”, edita a Napoli nel 1727.
Seguirono altre opere, fra cui: Dissertazioni Tirreniche; Commentario sul Calendario Napoletano; Commentario sulle Tavole Eracleensi.
Spesso, il Mazzocchi veniva a S. Maria con la carrozza trainata da due cavalli per i quali aveva fatto approntare, nel palazzo natio, divenuto di sua proprietà, e nei pressi del pozzo, una vasca per la loro abbeverata. La vasca in forma ovale è costituita da due soli blocchi di calcare e reca la seguente iscrizione in cinque righe:
EQUIS. VECTORIBUS. SUIS, PIENTISSIMI
AEGROTUS. HERVS. EORUM, OPERE FREQVENTISSIME. ADIVTVS
ET. PERNICITATE. RECREATVSAQVARIUM. HOC. ET. VICINUM. APTIVS. EQVILE
GRATUS. RESTITVIT
Trad.: Ai suoi cavalli, che (lo trasportano, a cui è molto affezionato, l’ammalato padrone frequentemente aiutato dalla loro opera e ritemprato dalla (loro) sveltezza, questo abbeveratoio e, in modo più idoneo, la vicina stalla, riconoscente fece restaurare.
Ma quando venne a conoscenza del fatto che i canonici del Duomo di S. Maria avevano dato fuoco a vecchie carte e pergamene scritte anche in caratteri gotici, caratteri, forse, non conosciuti dagli stessi, si dispiacque così tanto da proporsi di non venire più nel suo paese, preferendo risiedere presso il domicilio napoletano, dove si spense il 12 settembre 1771.
Riposa nella Cappella di Santa Restituta nel Duomo di Napoli dove, collocato alla sinistra dell’ingresso del sacro edificio. È conservato un suo busto, opera di Giuseppe Sammartino, (Autore del Cristo Velato nella Cappella Sansevero).
Il 28 aprile del 1914 anche Santa Maria Capua Vetere dedicò all’insigne studioso un’erma bronzea simile, posizionata su di un pilastro nel lato sinistro della navata principale del Duomo.


