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Santi del 4 gennaio

Il mio Santo > Santi di Gennaio

*Sant'Abruncolo - Vescovo (4 Gennaio)
Martirologio Romano: A Clermont-Ferrand nella regione dell’Aquitania, in Francia, Sant’Abruncolo, Vescovo, che, inizialmente a capo della Chiesa di Langres, fuggendo di notte a causa della minaccia dei Burgundi, passò in Alvernia e si stabilì nella sede che fu di San Sidonio Apollinare.
(Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - Sant'Abruncolo, pregate per noi.

*Beata Angela da Foligno - Terziaria Francescana (4 Gennaio)

Foligno, 1248 - 1309
Dopo essersi recata ad Assisi ed aver avuto esperienze mistiche avviò un'intensa attività apostolica per aiutare il prossimo e soprattutto i suoi concittadini affetti da lebbra.  
Una volta morti marito e figli diede tutti i suoi averi ai poveri ed entrò nel Terz'Ordine Francescano: da quel momento visse in modo cristocentrico, ovvero tramite l'amore giunge all'identica mistica con Cristo.  
Per i suoi scritti assai profondi è stata chiamata "maestra di teologia".  

Etimologia: Angela = messaggero, nunzio, dal greco
Martirologio Romano: A Foligno in Umbria, Beata Angela, che, morti il marito e i figli, seguendo le orme di San Francesco, si diede completamente a Dio e affidò alla propria autobiografia le sue profonde esperienze di vita mistica.
La Chiesa le attribuisce il titolo di Beata e la sua memoria viene celebrata oggi dall'Ordine francescano della città  di Foligno, ma il popolo la invoca da secoli col titolo di Santa Angela da Foligno, una delle prime mistiche italiane, nacque nella medievale cittadina umbra nel 1248.
In gioventù, come la coetanea Margherita da Cortona, indulse alle vanità femminili, vivendo in tranquilla agiatezza in una casa non fastosa ma decorosa, accanto al marito e ai figli.
Non mancarono anche gravi colpe morali culminate in una serie di confessioni e  di comunioni sacrileghe.
All'età di 37 anni, però, mutò radicalmente le sue abitudini di vita.
Provata dal dolore con la perdita del marito e dei figli, mostrò in queste tragiche circostanze una forza d'animo non comune.
Era l'anno 1285:
San Francesco le apparve in sogno e la esortò a percorrere con coraggio la via della perfezione.
Angela entrò nel Terz'ordine francescano e nel 1291 emise i voti religiosi, intraprendendo un
pellegrinaggio ad Assisi che doveva segnare un'orma profonda nella sua anima.
Fu durante questo viaggio che Angela fece sconcertanti ed esaltanti esperienze mistiche, di cui fu stupito testimone anche il suo parente e confessore, il Beato Arnaldo da Foligno: questi, temendo si trattasse di fenomeni dovuti a suggestioni del maligno, le impose di dettargli le sue esperienze interiori.
Il bisogno di far luce sulle profondità di quest'anima squassata dalla grazia diede così origine ad uno dei più preziosi libri sulle esperienze mistiche di un'anima particolarmente favorita da Dio.
L'autobiografia che la beata dettava in dialetto umbro veniva immediatamente resa in un limpido latino scolastico.
In "trenta passi" Angela dettò quanto avveniva nella sua anima, dal momento della conversione al 1296, quando tali manifestazioni mistiche si fecero più frammentarie e lasciarono campo a nuove manifestazioni spirituali, in particolare quella della " maternità spirituale " che raccolse intorno alla "Lella da Foligno" un vero cenacolo di anime desiderose di perfezione.  
A loro la Beata inviava numerose lettere e per loro redigeva anche le Istruzioni salutifere.
La povertà, l'umiltà, la carità, la pace erano i suoi grandi temi: "Lo sommo bene dell'anima è pace verace e perfetta... Chi vuole dunque perfetto riposo, istùdisi d'amare Idio con tutto cuore, perciò che in tale cuore abita Idio, il quale solo dà e può la pace dare". La "magistra theologorum" morì a Foligno nel 1309.

(Autore: Piero Bargellini - Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - Beata Angela da Foligno, pregate per noi.

*Santa Benedetta – Martire (4 Gennaio)

+ Roma 4/1/352  Protettrice di Monacilioni
Dal Martirologio Romano:
4 gennaio - A Roma i Santi Martiri Prisco Prete, Priscilliano Chierico, e Benedetta, donna religiosa, i quali compirono con la spada il martirio al tempo dell'empissimo Giuliano.
É il 4 gennaio del 352, sotto Giuliano l'Apostata, quando viene martirizzata la nobile fanciulla di
nome "Benedicta" e viene sepolta nel cimitero di Priscilla dove rimane in dolce attesa fino al 1752 anno nel quale viene traslata a Monacilioni.  
Il Corpo Santo viene richiesto dal Parroco dell'epoca don Giuseppe Giuliano, dal Sindaco e dagli eletti, legati da stima con l'Abate Don Gennaro de Simone di Sant' Elia a Pianisi, amico del Segretario di Stato, Cardinale  Giovanni Antonio Guadagni, custode delle reliquie, il quale concede il corpo della Santa il 27 novembre 1751. Viene prelevata dalle catacombe da un gruppo di cittadini ed amministratori accompagnati dai sacerdoti don Donato Groppoli e Giuseppe Zeuli, giunge in paese sabato 23 aprile 1752 e viene collocata nella cappella di Santa Reparata. Successivamente, è il 29 ottobre 1752, avviene l atraslazione dell'Urna nella cappella della Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta.
Il 29 giugno 1753, l'arcivescovo di Benevento Mons. Francesco Pacca effettua la Ricognizione Canonica del Corpo, Santa Benedetta viene collocata nell'Urna che ancora oggi l'accoglie.  Il 24 giugno 1873 avviene il prelievo di un frammento dell'osso occipitale della Santa, che sarà in seguito portato in processione in un reliquiario. II 3 gennaio 1991 la reliquia viene donata e trasportata ai cittadini di Monacilioni residenti in Argentina e venerata nella Parrocchia di Nostra Signora in Bernal (Buenos Aires).   

(Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - Santa Benedetta, pregate per noi.

*Beata Chiara de Ugarte - Vergine Mercedaria (4 Gennaio)
Monaca nel Monastero Mercedario di Gesù e Maria ad Orozco (Spagna)

La Beata Chiara de Ugarte era dotata del dono della contemplazione e dopo una vita trascorsa accumulando tanti meriti andò nella patria del Paradiso.
L’Ordine la festeggia il 4 gennaio.

(Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - Beata Chiara de Ugarte, pregate per noi.

*Beata Cristiana da Santa Croce (Oringa Menabuoi) (4 Gennaio)

Santa Croce sull'Arno, 1240 - Firenze, 4 gennaio 1310
Battezzata con il nome di Oringa nacque a Santa Croce sull'Arno tra il 1237 e il 1240 in una famiglia di umili condizioni. Fin dall'infanzia cominciò a manifestare interesse verso la vita religiosa e la preghiera, che curava con particolare dedizione mentre era sola per badare alle pecore. Preferì dedicarsi al Signore e non volle sposarsi nonostante le pressioni dei familiari. Trasferita a Lucca si procurava vitto e vesti servendo come domestica. Nel 1265 intraprese un pellegrinaggio al santuario di San Michele al Gargano e a Roma aveva fatto voto di visitare i corpi dei martiri fino alla morte.  
Fu in questo periodo che venne chiamata con il nome di Cristiana. Ad Assisi il Signore le mostrò in visione la fondazione di una casa religiosa nel suo paese natio. Ottenuta una costruzione dal Comune, il 24 dicembre 1279 vi si rinchiuse con alcune compagne, dando inizio al monastero di Santa Maria Novella, posto dalla fondatrice sotto la regola di sant'Agostino e canonicamente riconosciuto nel 1296. Colpita da grave infermità, Cristiana morì il 4 gennaio 1310. (Avvenire)  

Martirologio Romano: A Santa Croce in Val d’Arno in Toscana, Beata Cristiana (Oringa) Menabuoi, Vergine, che fondò un monastero sotto la regola di Sant’Agostino.
Nata di umili origini a Santa Croce sull'Arno nel 1240, Oringa Menabuoi doveva in seguito essere più nota con il nome di Cristiana da Santa Croce o Cristiana da Lucca. Amante della purezza, cercò sin da fanciulla di mantenere sempre candidi mente e cuore con ogni genere di mortificazioni e con la continua preghiera. Perduti i genitori, fuggì da casa per sottrarsi ai continui maltrattamenti dei fratelli che volevano accasarla contro la sua volontà, andando a riparare a Lucca, dove si pose a servizio presso un tal Cortevecchia, ricco signore del luogo.

Dopo qualche tempo, lasciò la città per recarsi, con alcune compagne, in pellegrinaggio al Santuario di San  Michele Arcangelo sul Gargano. Al ritorno, si fermò a Roma presso una certa signora Margherita che restò ammirata delle sue virtù: fu proprio durante il suo soggiorno romano che, per gli esempi di carità cristiana da lei costantemente offerti, venne chiamata dal popolo Cristiana, nome rimastole poi per sempre.
Dopo aver visitato, con Margherita, la tomba del Santo poverello d'Assisi, volle tornare al suo paese natio, desiderosa di istituirvi una comunità religiosa. Ottenuta, a tal fine, una casa dal comune, il 24 dicembre 1279 vi si rinchiuse con alcune compagne, dando inizio al monastero di Santa Maria Novella, posto dalla fondatrice sotto la regola di s. Agostino e canonicamente riconosciuto nel 1296. Colpita da grave infermità, dopo tre anni di atroci sofferenze e, alla fine, quasi immobilizzata dalla paralisi, C. chiuse la sua giornata terrena il 4 gennaio 1310.
Sepolta nella chiesetta del suo monastero, divenne immediatamente oggetto di venerazione da parte dei suoi concittadini, che numerosi si recavano a visitare le sue spoglie e a invocarne la protezione. Per onorare la memoria della Beata, il comune di Santa Croce dichiarò il 4 gennaio giorno festivo, la elesse sua patrona principale e ordinò che la sua effigie figurasse sul gonfalone accanto all'arma tradizionale.
A quanto risulta da una lettera del vescovo di Lucca, Alessandro Guiduccioni (15 dicembre 1587), sembra che già Sisto V abbia approvato in quell'anno il culto prestato ab immemorabili a Cristiana, culto che ebbe il riconoscimento ufficiale con decreto della S. Congregazione dei Riti del 15 giugno 1776 (limitatamente però alla terra di Santa Croce), mediante la concessione dell'Ufficio e della Messa in onore della Beata, estesi a tutto l'Ordine Agostiniano nel 1777.
La festa si celebra il 4 gennaio.

(Autore: Niccolò Del Re - Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - Beata Cristiana da Santa Croce, pregate per noi.


*Santa Dafrosa di Roma - Sposa e Martire (4 Gennaio)
Roma, IV secolo
Santa Dafrosa, martire romana al tempo di Giuliano l’Apostata, fu moglie di San Flaviano e madre delle Sante Bibiana e Demetria.
Solo in passato fu annoverata nel martirologio romano e le sue reliquie riposano con quelle delle figlie.

Etimologia: Dafrosa, di origine siriana, 'cinta di rose'
Emblema: Palma
Assai difficile è delineare quale personaggio storico Santa Dafrosa, martire romana del IV secolo, che neppure il nuovo Martyrologium Romanum ha forse ritenuto opportuno ancora riportare.
Oggi dell’intera famiglia solamente la figlia Bibiana compare ancora sul martirologio della Chiesa Cattolica.
Nelle passate edizioni la santa era invece ancora così commemorata al 4 gennaio: “A Roma la Beata Dafrosa,  moglie di San Flaviano Martire e madre delle Sante Bibiana e Demetria, Vergini e Martiri,
la quale, dopo l'uccisione di suo marito, fu dapprima mandata in esilio, e poi decapitata sotto Giuliano”.
La tradizione la vuole dunque moglie di San Flaviano (22 dicembre) e madre delle Sante Bibiana (2 dicembre) e Demetria (21 giugno).
Dafrosa visse a Roma nel IV secolo, al tempo dell’imperatore Giuliano l’Apostata e proprio da questi  Dafrosa e la sua famiglia sarebbero stati condannati a morte.
Nella “Passio Sanctae Bibianae” risalente al VII secolo si legge che il governatore Aproniano, dopo aver condannato a morte i coniugi Flaviano e Dafrosa, essendo ormai certo di potersi impossessare del loro patrimonio, tentò di costringere all’apostasia anche le due giovani figlie.
Demetria fu rinchiusa in carcere e morì prima ancora di subire il martirio, sorte che invece subì la sorella Bibiana.
Il corpo di Santa Bibiana fu allora sepolto accanto alla tomba dei genitori e della sorella, preso la loro abitazione sull’Esquilino, dove in seguito per volere di Papa Simplicio fu innalzata una cappella e più tardi l’attuale basilica.
Le reliquie di San Flaviano presero poi strade diverse e sono oggi venerate presso la cittadina laziale di Montefiascone.
I corpi di Dafrosa e delle due figlie invece furono rinvenuti nel 1624 e ricollocati due anni dopo dal pontefice Urbano VIII in tre reliquiari.
Sono ancora oggi conservate nel sarcofago costantiniano, in alabastro orientale, sotto l’altare maggiore della  chiesa di Santa Bibiana.
Parte delle reliquie di Santa Dafrosa sono invece custodite nella patriarcale basilica di Santa Maria Maggiore, dove il 4 gennaio veniva abitualmente celebrata la sua festa.
Occorre infine ricordare che i santi Flaviano e Dafrosa non sono che una delle numerose coppie che la Chiesa nel corso dei secoli ha considerato degne dell’aureola della  santità, anche se si tratta purtroppo di casi solitamente poco celebri ed offuscati da grandi figure  di santi vescovi, sacerdoti e suore, magari fondatori di ordini religiosi.
Senza nulla togliere a questi ultimi, occorre però riconoscere come possano invece essere considerati modelli più vicini alle famiglie tutti quei coniugi che hanno fatto del loro matrimonio la strada per raggiungere la santità.
A tale scopo il nuovo Rito del Matrimonio ha inserito le Litanie dei Santi Sposi, includendovi anche una coppia di martiri romani, Mario e Marta, che proprio come Dafrosa e Flaviano non esitarono a versare il loro sangue per testimoniare la loro fede cristiana.

(Autore: Fabio Arduino - Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - Santa Dafrosa, pregate per noi.

*Sant'Elisabetta Anna Bayley Seton - Vedova  (4 Gennaio)

New York, 28 agosto 1774 - 4 gennaio 1821
Originaria di New York, figlia di un medico, Elisabetta Anna Bayley Seton, è nota per aver fondato le «Suore delle carità di San Giuseppe», Congregazione religiosa molto diffusa negli Stati Uniti.
Nata il 28 agosto 1774, era di confessione episcopaliana ma dopo la morte del marito da cui aveva avuto 5 figli si convertì al cattolicesimo.
Le Sister of charity come vengono chiamate negli Stati Uniti, rappresentarono la prima Congregazione femminile americana. Furono costituite il 1 giugno 1809 e la futura santa ne fu Superiora generale per quasi un decennio dedicandosi con grande impegno al servizio dei poveri e dei sofferenti.
Parallelamente s'impegnò con grande dedizione alle scuole parrocchiali. L'Ordine crebbe rapidamente e il 17 gennaio 19812 ottenne l'autorizzazione a seguire, come regola, quello delle suore di San Vincenzo De' Paoli. Elisabetta Anna Bayley vedova Seton morì il 4 gennaio 1821 a 46 anni.
Beatificata nel 1963 da Papa Giovanni XXIII, fu canonizzata il 14 settembre 1975 da Paolo VI.

Etimologia: Elisabetta = Dio è il mio giuramento, dall'ebraico
Martirologio Romano: A Emmetsburg nel Maryland negli Stati Uniti d’America, Santa Elisabetta Anna Seton:  rimasta vedova, abbracciò la fede cattolica, dedicandosi con sollecitudine all’educazione delle fanciulle e al sostentamento dei ragazzi poveri, insieme con le Suore della Congregazione della Carità di San Giuseppe da lei fondata.
S. Elisabetta Anna Bayley Seton, canonizzata il 14 settembre 1975, nacque a New York il 28 agosto 1774. Il 24 agosto 1794 celebrò le nozze a New York con William Magee Seton, con il quale ebbe quattro figli: Anna Maria, William, Richard e Rebecca.
Il 27 dicembre 1803 la Seton rimase vedova. Nell’aprile del 1804 ritornò a New York, dopo un soggiorno in Italia nella città di Livorno. Il 4 marzo del 1805 si convertì al cattolicesimo.
Dopo aver aperto una scuola femminile nel 1808 a Baltimora insieme a Cecilia O’Conway di Filadelfia, la Santa ed altre consorelle, il 1 giugno del 1809, indossarono l’abito religioso della prima congregazione femminile americana: le Suore di Carità di San Giuseppe.
L’istituzione progredì rapidamente. Il 17 gennaio 1812 le nuove suore ottennero l’approvazione per applicare, come loro regola, quella delle Suore di S. Vincenzo de’ Paoli.
La madre Seton morì il 4 gennaio 1821.
Il 28 febbraio 1840 iniziò il processo per la beatificazione e canonizzazione; il 18 settembre 1959 venne dichiarata “Venerabile”, il 17 marzo 1963 fu proclamata Beata dal papa Giovanni XXIII.
La sua memoria liturgica si celebra nel suo dies natalis.
La canonizzazione della Seton si può dire la più significativa dell’anno. In lei fu esaltata la donna: vergine, sposa, vedova e consacrata. Ecco le parole del papa Paolo VI:
É la prima degli Stati Uniti d’America glorificata da questo incomparabile titolo. Ma che vuol dire: “è Santa”?
Noi abbiamo tutti facilmente l’intuizione circa il significato di questa superlativa qualifica; ma ci è poi difficile farne un’analisi esatta; Santa vuol dire perfetta, di una perfezione, che raggiunge il livello più alto che un essere umano possa conseguire. Santa è una creatura umana nella pienezza
della sua conformità alla volontà di Dio. Santa è un’anima in cui ogni peccato, principio di morte, sia cancellato, e sostituito da uno splendore vivente di grazia divina. [...]
La Seton è americana. Lo diciamo tutti con letizia spirituale, e con intenzione celebrativa della terra e della Nazione, da cui la Seton, primo fiore dell’albo dei Santi, meravigliosamente germogliò. Poi: la Seton nacque, crebbe e fu educata religiosamente a New York nella Comunità Episcopaliana.
A questa Chiesa va il merito d’avere svegliato e alimentato il senso religioso e il sentimento cristiano. Noi riconosciamo volentieri questo merito e ben sapendo quanto sia costato a Elizabeth il passaggio alla Chiesa cattolica. [...Trovò] naturale conservare quanto di buono l’appartenenza alla fervorosa Comunità Episcopaliana le aveva insegnato, in tante belle espressioni della pietà religiosa specialmente, e abbia sempre attinto fedeltà di stima e di affetto per le persone, da cui tale professione cattolica l’aveva dolorosamente separata.
È motivo per noi di letizia e presagio di sempre migliori rapporti ecumenici notare la presenza a questa cerimonia di distinte  personalità Episcopaliane, alle quali, quasi interpretando il cuore della nuova Santa, porgiamo il nostro devoto e augurale saluto.
La Seton fu madre di famiglia e simultaneamente fondatrice della prima Congregazione religiosa femminile negli Stati Uniti.
Sebbene non unica e non nuova questa sua condizione sociale ed ecclesiale, essa distingue in modo particolare per la sua piena femminilità, tanto che, nel momento in cui una Donna viene elevata ai supremi onori da parte della Chiesa cattolica, piace a Noi rilevare la felice coincidenza tra questo evento e l’iniziativa delle Nazioni Unite: l’Anno Internazionale della Donna.
Tale programma tende a favorire la consapevolezza del dovere, che su tutti incombe, di riconoscere la vera funzione della donna nel mondo e di contribuire alla sua autentica promozione nella società.
Godiamo, altresì, del vincolo che in tal modo si è stabilito tra questo programma e l’odierna canonizzazione, nella quale la Chiesa esalta al massimo grado Elizabeth Ann Bayley Seton, elogiando il personale ed eccezionale contributo da lei reso come donna: moglie, cioè e madre e vedova e religiosa!".
Nelle parole del pontefice non possiamo non notare il tono fortemente ecumenico e di grande fraternità, che ci ricorda i risvolti successivi nella dimensione ecumenica della Chiesa Cattolica, presenti nella U
t unum sint di Giovanni Paolo II, che fanno di Paolo VI, oltre che il "cantore dei Santi", anche, il precursore del cammino ecumenico postconciliare.  
(Fonte: Enciclopedia dei Santi)

Giaculatoria - Sant'Elisabetta Anna Bayley Seton, pregate per noi.

*Santi Ermete e Caio - Martiri (4 Gennaio)  

Martirologio Romano: Nella Mesia, nelle odierne terre comprese tra Romania e Bulgaria, ricordo dei Santi Ermete e Caio, Martiri, uno ad Arčer, l’altro a Vidin.
(Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - Santi Ermete e Caio, pregate per noi.

*Santa Farailde di Gand - Vedova (4 Gennaio)
+ 745 circa
Nata nella città di Gand in Belgio, soffrì pazientemente i maltrattamenti del suo sposo e rimasta vedova, condusse una vita di intensa pietà e penitenza.
Martirologio Romano: A Bruay-sur-l’Escaut vicino a Valencienne nell’Artois in Neustria, nell’odierna Francia, Santa Faraílde, vedova, che, obbligata a sposarsi con un uomo violento, si tramanda che abbia abbracciato una vita di preghiera e austerità fino alla vecchiaia.
Santa Farailde è una delle antiche patrone della città belga di Gand, ma nonostante ciò sul suo conto sono state tramandate esclusivamente notizie leggendarie.
Nativa appunto diGand, fu data in sposa contro la sua volontà ad un ricco pretendente che la trattò brutalmente, forse perché ella, che aveva consacrato a Dio la sua verginità, preferiva trascorrere le notti in preghiera nelle chiese della città piuttosto che nel letto nuziale.
Farailde rimase ben presto vedova, titolo col quale è commemorata dal Martyrologium Romanum, nonostante la tradizione l’abbia da sempre considerata vergine.
Il nome di questa santa, popolarissimo nelle Fiandre, varia secondo i vari dialetti locali: Varelde, Verylde o Veerle.
Sovente viene raffigurata insieme ad un’oca, in quanto il nome della sua città natia in fiammingo ed in tedesco significa proprio oca. Viene inoltre raffigurata con un pane, in ricordo di un suo miracolo, quando mutò in pietre i pani che una donna avara aveva rifiutato di dare ad un mendicante.
E’ inoltre invocata dalle madri preoccupate per la salute del loro bambini e contro il mal di denti. Una leggenda vuole che per abbeverare dei mietitori assetati, fece sgorgare una sorgente, le cui acque furono considerate terapeutiche.

(Autore: Fabio Arduino - Fonte: Enciclopedia dei Santi)

Giaculatoria - Santa Farailde di Gand, pregate per noi.

*San Ferreolo di Uzès - Vescovo (4 Gennaio)
Martirologio Romano: A Uzès nella Gallia narbonense, nell’odierna Francia, San Ferréolo, Vescovo, che scrisse una regola per i monaci e, mandato in esilio per invidia, fu dopo tre anni riconosciuto come vero uomo di Dio e restituito con gioia al suo popolo.
Gregorio di Tours, suo contemporaneo, ce lo presenta in questi termini: «Eo tempore [anno 581], Ferreolus Ucecensis episcopus, magnae vir sanctitatis, obiit, plenus sapientia et intellectu; qui libros aliquos epistolarum... composuit».
Queste lettere non ci sono note, mentre gli è attribuita con ogni verosimi glianza una regola monastica, redatta verso il 570, e destinata al monastero di Ferreolac, fondato in onore di San Ferreolo, il martire di Vienne, nel Delfinato.

Una Vita di Ferreolo di data incerta, ma nettamente posteriore e considerata priva di valore storico, ne fa il figlio di una principessa merovingica e il nipote di San Firmino (m. verso il 553), suo predecessore a Uzès. Sua madre sarebbe anche ava di Carlomagno.
La regola monastica di Ferreolo esalta specialmente l'obbedienza, fondamento delle virtù, e la carità loro madre; favorisce fortemente la vita contemplativa nello spirito del «cor unum et anima una» degli Atti degli Apostoli (IV, 32); tende a portare al combattimento spirituale contro il dominio della carne e dell'orgoglio, e manifesta una caratteristica moderazione.
Il suo fine è di rendere i religiosi desiderosi di Dio, sforzandosi di cercare e trovare colui che ha detto: «Diligam eos qui diligunt me». Le prescrizioni sono fondate per lo più sulla Sacra Scrittura.
Ferreolo, morto nel 581, è iscritto nel Martirologio Romano.
La sua festa si celebra a Nimes il 4 gennaio, giorno della morte; un supplemento del Martirologio di Usuardo lo menziona in questa data.

(Autore: Paul Viard - Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - San Ferreolo di Uzès, pregate per noi.

*San Gregorio di Langres - Vescovo (4 Gennaio)
Martirologio Romano:
A Digione in Burgundia, nell’odierna Francia, San Gregorio, che, dopo essere stato per molti anni conte nella regione di Autun, fu ordinato Vescovo di Langres.
(Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - San Gregorio di Langres, pregate per noi.


*San Libenzio di Brema - Vescovo (4 Gennaio)
+ Brema, Germania, 4 gennaio 1013
Originario della Svevia, quando Papa Benedetto V fu deposto ed esiliato ad Amburgo, Libenzio, suo sostenitore, lo seguì nell’esilio.
Alla morte del Papa l’Arcivescovo Adaldago gli affidò la cura dei poveri e degli ammalati di Brema, lo nominò suo camerlengo e lo raccomandò come suo successore. Divenne, infatti, Arcivescovo di Brema nel 988, con la conferma e l’investitura dell’imperatore Ottone III.
Per tutta la durata della carica, Libenzio fu sempre ammirato per la sua erudizione, la vita ascetica, l’umiltà e la castità.
Morì il 4 gennaio 1013 e fu sepolto nella cattedrale di Brema.
L’Ordine Benedettino lo festeggia il 4 gennaio.  

(Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - San Libenzio di Brema, pregate per noi.

*Beato Luigi de Halles - Mercedario (4 Gennaio)
+ 1271

Per la predicazione del vangelo ed il riscatto dei cristiani in Francia, il Beato Luigi de Halles, patì molti tormenti per mano dei saraceni finendo anche nelle loro prigioni per la libertà degli schiavi.
Onorando l’Ordine Mercedario fu accolto nella patria celeste nell’anno 1271.
L’Ordine lo festeggia il 4 gennaio.  

(Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - Beato Luigi de Halles, pregate per noi.

*Beato Manuel Gonzalez Garcia - Vescovo e Fondatore (4 Gennaio)

Siviglia, 25 febbraio 1877 - Madrid, 4 gennaio 1940
Il Beato Manuel Gonzales Garcia, «Vescovo dei tabernacoli abbandonati», nasce a Siviglia nel 1877 da genitori ferventi cristiani. Sin da bambino culla il sogno di diventare sacerdote e viene ordinato prete il 21 settembre 1901.  Il 4 marzo 1910 dà vita all'Opera delle tre Marie e dei discepoli di San Giovanni, dedita al culto eucaristico, diffusa in Spagna e America.
Nominato vescovo di Malaga da Papa Benedetto XV il 6 dicembre 1915, nel 1921 fonda le Suore missionarie eucaristiche di Nazareth.
Durante il difficile periodo della guerra civile spagnola, quando a Malaga vengono bruciate molte chiese e il palazzo vescovile, Manuel Gonzales Garcia affronta i rivoluzionari, ma è poi costretto a rifugiarsi a Gibilterra e, dopo il ritorno in diocesi, la Santa Sede, temendo per la sua vita, gli impone di ritirarsi a Madrid dove muore nel 1940. Il 2 maggio 1952 inizia il processo di beatificazione: dichiarato venerabile il 6 aprile 1998, viene beatificato il 29 aprile 2001 da Giovanni Paolo II. (Avvenire)

Martirologio Romano: A Madrid in Spagna, Beato Emanuele González García, vescovo: pastore egregio secondo il cuore del Signore, promosse con sommo zelo il culto della santissima Eucaristia e fondò la Congregazione delle Suore Missionarie Eucaristiche di Nazaret.
Il Beato Manuel González Garcia, nacque a Siviglia il 25 febbraio 1877 da genitori ferventi cristiani, il padre falegname, la madre casalinga; cullò sin da bambino il sogno di diventare sacerdote; è narrato che sostenne di nascosto dei genitori, gli esami per entrare in seminario, nel quale fu poi ammesso nel 1889.
Fu esemplare nello studio e nella vita comunitaria, venendo ordinato sacerdote il 21 settembre 1901; inizialmente svolse il suo ministero in piccoli villaggi della provincia di Siviglia e dal 1902 al 1905 fu cappellano dell’asilo delle Piccole Suore dei Poveri.
Nel 1905 divenne prima economo e poi arciprete della parrocchia di San Pietro di Huelva a soli 28 anni; ricoprì  questo incarico per 10 anni, apportando notevoli cambiamenti nella parrocchia e nella città di Huelva, divenendo famoso in tutta la Spagna per le sue iniziative apostoliche.
Il 4 marzo 1910 fondò l’”Opera delle Tre Marie e dei Discepoli di S. Giovanni”, che ebbe grande diffusione non solo in Spagna ma anche in America; nel 1915 le ‘Marie’ erano ormai più di 70.000 che si dedicavano a fare compagnia a Gesù nel Tabernacolo ed a diffondere la devozione all’Eucaristia; attualmente sono più di 200.000 sparse in 16 Nazioni.  
Espose questo successo, parlandone in un suo manuale di spiritualità adottato per molto tempo dai seminaristi spagnoli e latino-americani, il libro è: “Lo que puede un cura hoy”, tuttora richiesto.
Il 6 dicembre 1915 fu nominato da papa Benedetto XV, vescovo di Olimpo e ausiliare a Malaga; nel 1917 Amministratore Apostolico della città e il 22 aprile 1920 vescovo di Malaga nell’Andalusia; appena un anno dopo, fondò la Congregazione delle Suore Missionarie Eucaristiche di Nazareth, che sarà poi approvata il 30 agosto 1960.
Durante il suo episcopato, nel 1931, cominciarono le prime avvisaglie di quella sanguinosa Guerra Civile Spagnola, che esploderà nel 1936-39; il 31 maggio del 1931, gruppi di rivoluzionari bruciarono quasi tutte le chiese di Malaga, appiccando il fuoco anche al palazzo vescovile.
Il vescovo González Garcia li affrontò coraggiosamente e si consegnò, ma essi lo lasciarono andare, dovette rifugiarsi prima presso un sacerdote e poi presso una famiglia amica di Ronda, ma poi visto che i rivoluzionari ricattavano questa famiglia, la lasciò per rifugiarsi a Gibilterra.
Il 26 aprile 1932 ritornò a Ronda nella sua Diocesi, ma qualche mese dopo la Santa Sede, temendo per la sua vita, gl’impose di ritirarsi a Madrid, dove rimase fino al 1935 dedicandosi alle Opere Eucaristiche che aveva fondate, guidando da lì la diocesi; il 5 agosto del 1935 rinunciò alla diocesi di Malaga e fu nominato vescovo di Palencia nella Vecchia Castiglia e qui continuò la sua opera di pastore e fondatore; amareggiato per le stragi di religiosi che vennero perpetrate in quegli anni in parte della Spagna.  
Morì a Madrid il 4 gennaio 1940 in concetto di santità e fu sepolto nella cattedrale di Palencia; per la sua opera apostolica a favore della devozione all’Eucaristia, fu chiamato “il vescovo dei Tabernacoli abbandonati” e anche “il vescovo martire”.
Fu una grande figura del cattolicesimo spagnolo, della prima metà del Novecento; fecondo scrittore, pubblicò più di 30 lavori letterari, in particolare di carattere eucaristico e di insegnamento catechistico.
Il 2 maggio 1952 fu iniziato a Palencia il processo per la sua beatificazione; venne dichiarato venerabile il 6 aprile 1998 ed è stato beatificato il 29 aprile 2001 da Papa Giovanni Paolo II.  

(Autore: Antonio Borrelli - Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - Beato Manuel Gonzalez Garcia, pregate per noi.

*San Prisco – Martire (4 Gennaio)
+ Roma 4/1/352

Prisco, Santo, Martire di Roma, nel XVIII secolo si volevano sue reliquie insigni a S. Maria del Popolo.
Subì il martirio con Priscilliano e Benedetta; le reliquie si trovavano in varie chiese romane. Benedetta era   particolarmente venerata a S. Lucia in Selci.  
La loro esistenza è messa in dubbio da alcuni studiosi.

Martirologio Romano: 4 gennaio - A Roma i Santi Martiri Prisco Prete, Priscilliano Chierico, e Benedetta, donna religiosa, i quali compirono con la spada il martirio al tempo dell'empissimo Giuliano.
(Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari – Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - San Prisco, pregate per noi.

*San Rigoberto di Reims - Vescovo  (4 Gennaio)

† Gernicourt (Reims), 740 ca.
Martirologio Romano: A Reims sempre in Neustria, nell’odierna Francia, San Rigoberto, Vescovo, che, scacciato contro le leggi dalla sua sede da parte di Carlo Martello capo dei Franchi, visse in umiltà.
Divenne vescovo di Reims in Francia verso il 690, succedendo a San Reolo, governò per una trentina d’anni, poi dovette lasciare la sede episcopale, per andare in esilio.
Le ragioni del suo allontanamento furono politiche e dovute all’ostilità nei suoi confronti, di Carlo Martello (689-741) maggiordomo d’Austrasia, che Rigoberto aveva rifiutato di sostenere; il quale divenne potente dopo la vittoria riportata a Vincy nel 717 su Ragenfredo, maestro di palazzo di Neustria, nella lotta che vide alla fine la riunione dei due regni di Austrasia e Neustria.
Dopo un certo tempo, Rigoberto tornò dall’esilio e si ritirò nel suo possedimento di Gernicourt vicino Reims, dove morì verso il 740; sepolto in un primo momento sul posto, il suo corpo venne poi trasferito nell’864 nella chiesa di San Teodorico di Reims.
Una "Vita", tutta esaltante le sue virtù di uomo e di vescovo, fu scritta verso l’890 da un canonico di Reims. Il Martirologio Romano lo ricorda il 4 gennaio.  

(Autore: Antonio Borrelli - Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - San Rigoberto di Reims, pregate per noi.

*San Rigomero - Vescovo (4 Gennaio)
Martirologio Romano: A Meaux nel territorio della Neustria, nell’odierna Francia, San Rigomero, Vescovo.
(Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - San Rigomero, pregate per noi.  

*Beato Tommaso Plumtree - Sacerdote e Martire (4 Gennaio)  

+ Durham, Inghilterra, 4 gennaio 1570
Scheda del Gruppo a cui appartiene: "Beati Martiri di Inghilterra, Galles e Scozia" Beatificati nel 1886-1895-1929-1987  Senza data (Celebrazioni singole)
Martirologio Romano: A Durham in Inghilterra, Beato Tommaso Plumtree, Sacerdote e Martire: condannato a morte, sotto la regina Elisabetta I, per la sua fedeltà alla Chiesa cattolica, subì con coraggio il supplizio dell’impiccagione che, dinanzi al patibolo, affermò di preferire alla vita.
(Fonte: Enciclopedia dei Santi)

Giaculatoria - Beato Tommaso Plumtree, pregate per noi.


*Altri Santi del giorno (4 Gennaio)
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Giaculatoria - Santi tutti, pregate per noi.


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